Non è vaccinato, non può entrare in ospedale, non vede nascere la figlia

Non è vaccinato, non può entrare in ospedale, non vede nascere la figlia

Non è vaccinato, non può entrare in ospedale, non vede nascere la figlia

Christian Iori è un papà di Deruta che ha scelto insieme alla moglie l’ospedale di Città di Castello per far nascere la loro prima figlia. Ieri, a chi sarà capitato di trovarsi davanti all’ospedale tifernate, non sarà sfuggito questo giovane padre, seduto su una seggiola con accanto un cartello giallo con su scritto: «Alisia Benvenuta. Che non si dica mai che tuo padre non c’era. Questo è il primo insegnamento che ti dono. Non arrenderti mai…nemmeno ai ricatti, papà aspetta te e mamma a casa». Complici le prime luci della sera, la foto assume però un non so che di triste e malinconico. Lui è seduto lì, da solo, con il cuore gonfio di dolore e di rabbia.

Christian, come fanno tanti padri avrebbe voluto assistere alla nascita della sua piccola Alisia, avrebbe voluto essere accanto a sua moglie in questo emozionante e delicatissimo momento della loro esistenza, quanto il frutto del loro amore stava venendo alla luce.

Ma non gli è stato concesso. Proprio così, Christian Iori – che puntualizziamo non essere un “no vax” – si è visto sbarrare la possibilità di accesso al nosocomio di Castello perché non può essere vaccinabile.

Da quanto apprendiamo dalle sue stesse parole – Iori ha parlato con la redazione di Umbriajournal – è affetto da una patologia seria, di tipo autoimmune, che lo tiene già di per sé sotto “scacco” ogni giorno della sua vita. Ha necessità di sottoporsi ad accertamenti medici prima di farsi inoculare questo vaccino. Perché non c’è un dottore in medicina che – nell’imperversare degli opinionisti “virostar” di questi due anni – sia o sia stato in grado di garantire che chi è affetto da una malattia grave e invalidante non abbia reazioni avverse. La sintesi è:” Mi posso vaccinare con la malattia che ho?”.

Questo giovane padre si era persino sottoposto a tampone rapido, che però, oramai vale quanto il due di spade se è bastone che comanda. Esito presto detto: “Negativo alla Sars Cov 2”, ma in ospedale non ne han voluto sapere e non lo hanno fatto entrare. E non è che l’interdizione all’ingresso sia “passata”, però senza che Iori abbia cercato di far comprendere di avete la documentazione legittimante il suo diritto di entrare. Tant’è, sempre a detta dell’uomo, c’è stato chi pure gli avrebbe detto o va via o chiamiamo i carabinieri.

Non domo e spinto dal fortissimo desiderio di vedere nascere la figlia e di essere di sostegno, emotivo e spirituale, alla giovane moglie, ha ha chiamato l’avvocato, la legale Chiara Attala.

È qui per testimoniare la sua storia affinché sia ascoltata e non più ripetuta, lo precisiamo già dall’inizio! E’ una persona che ha sempre fatto tutti i vaccini, ma che non ha ancora potuto fare questo contro il covid 19 in quanto necessita di accertamenti per escludere un pericolo per la propria salute già gravemente minata da una seria patologia invalidante e ciò “Semplicemente” in base al Principio di precauzione, considerato che i dati sulla sorveglianza sanitaria in merito alle reazioni avverse sono fermi al 26.9.21.

E’ una persona forte di animo ma fragile nel corpo che lotta ogni giorno per un diritto per tutti naturale: una vita serena ed in salute con i propri cari. Aveva un certificato di differimento alla vaccinazione anti sars che, come l’esenzione, viene rilasciato a chi non può ancora sottoporsi a questo trattamento.

Nel rispetto delle norme e della tutela degli altri, si era persino sottoposto ad un tampone che ne aveva accertato la negatività al virus sars cov 2: in base al D.L. 52/21 art. 9 bis comma 3 avrebbe potuto entrare ovunque ma gli è stato impedito nel luogo in cui ci sono tutte le possibilità per entrare in sicurezza e nel giorno più importante della sua vita quello della nascita della sua prima figlia. E’ la storia molto delicata di un neo papà, Christian, che raccontiamo con le pinze, perché anche noi abbiamo regole deontologiche da rispettare. Siamo autorizzati dallo stesso a raccontarla, ma non scendiamo nel dettaglio.

“Non voglio fare polemica né ho mai voluto farla – dice Christian – ma questa cosa qui mi ha creato una ferita irreparabile e mi ha scosso nel profondo”. Ma per una applicazione burocratica e una superficiale gestione di una situazione come la mia, che già era stata tempestivamente e con anticipo portata all’attenzione della Direzione Sanitaria in possesso di tutti i documenti, Christian ha perso il diritto irripetibile di veder nascere la propria figlia.

Per Christian era tutto ok, certificato attestante la sua impossibilità a sottoporsi alla vaccinazione pronto da esibire se ancora ve ne fosse bisogno, documenti inviati prima alla direzione dell’ospedale, ma nessuna risposta certa era giunta se non “non sappiamo come gestire la cosa”. Sono stati giorni frenetici. Si rompono le acque, la corsa in ospedale.

Entra la moglie, ma lui con tampone negativo e quindi non portatore di virus Sars-Cov2, rimane fuori. L’App di verifica non è tarato per riconoscere quel documento: non c’è QRcode per questi certificati e per l’operatore sanitario non è valido, lui non può entrare. Lui non è entrato.

La moglie lo voleva accanto, tanto da aver paura di recarsi in ospedale, ma ha dovuto rinunciare a questo bellissimo momento, quello di poter stringere la mano del marito mentre la loro figlioletta nasceva. “Ho sperato nella buona fede del personale sanitario – ha spiegato – ma sono rimasti rigidi alla spunta rossa di un software perdendosi purtroppo l’individuo che avevano di fronte. Mia figlia è nata senza il suo papà accanto, per colpa della burocrazia, di un’applicazione di norme confuse priva di una logica coerente del sistema e di alcune cose poco chiare”. Tutto ciò perché la sua dolorosa esperienza sia la sola e unica a tutela di tutti quei cittadini che, come lui, vengono discriminati nonostante non possano vaccinarsi.

1 Commento

  1. La memoria che non c’è. Sud Africa, Missouri. Grazie Italia in primis del piddi dei 5 stalle e di berlusca e poi a ruota di magnanutella

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