
Morto il maestro Franco Venanti, una vita dedicata all’arte, Perugia in lutto
«L’età l’avevi. Lo spirito no. Buon viaggio papà», lo scrive Barbara Venanti sul suo profilo Facebook. Apprendiamo della morte del grande Maestro della pittura, Franco, proprio da lei. Una morte che coglie all’improvviso! Proprio appena appreso della morte di Francesco Calabrese, l’avvocato ex assessore del comune di Perugia, Franco aveva scritto delle parole dolcissime rivolte all’ex amministratore: «Un abbraccio alla famiglia di Francesco Calabrese. Ti ho conosciuto ragazzo innamorato della tua città e poi uomo come Assessore nell’anno del cambiamento. Che la terra ti sia lieve».
Neanche il tempo di assistere ai funerali del suo amico che anche lui se n’è andato da questa vita terrena. «Ti voglio bene Franco, non si è mai pronti a perdere persone speciali come te», scrive di lui Elena Migliorati e come lei tanti altri che partecipano al dolore della famiglia.
Venanti è deceduto la notte tra giovedì e venerdì nella propria abitazione a seguito di un infarto.
Negli anni Cinquanta ha partecipato al Gruppo dei Vageri fondato da Lorenzo Viani.
Ha esposto nelle più importanti città italiane e all’estero. È stato invitato a rassegne nazionali e internazionali ottenendo numerosi riconoscimenti tra i quali il primo premio alla mostra del “Quadro minimo” di Viareggio nel 1959. Nel 1962 si tiene la sua prima mostra personale a Palazzo Cesaroni a Perugia, presentata da Gerardo Dottori, ed espone alla galleria Lo Sprone di Firenze insieme ad altri artisti umbri dove aveva già partecipato anche alla Mostra organizzata contro le esplosioni nucleari. L’anno successivo ha vinto la settima edizione del premio di pittura ‘Città di Thiene’ ed ha esposto i suoi lavori alla galleria ‘Ghelfi’ di Verona dove, come riporta Il Giornale del Mattino del 12 settembre, viene invitato da un noto gallerista americano ad esporre a New York. Nel 1969 fa il suo esordio alla Biennale internazionale d’arte del Fiorino a Palazzo Strozzi a Firenze, cui prenderà parte a diverse edizioni, ed espone anche al X° Salone d’Autunno a Parigi. Negli anni Settanta prende parte alla Biennale internazionale di Barcellona, dove la commissione della Biennale acquista la sua opera ‘Il computer’, e a quella di di Madrid.
Sue opere figurano in diverse collezioni private e pubbliche, nazionali ed estere. Alcune presenze: Anatomia di un cappello, collezione d’Arte Moderna, San Marino; Il computer, raccolta d’Arte Moderna, Biennale internazionale di Barcellona; Giovanna D’Arco, Collezione Ricci, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Ricci, Macerata; Viva la Rivoluzione, Collezione Kou & Saburo, Tokio; Folgorazioni d’amore, Galleria d’Arte Moderna, Santhià.
Nel 1963 ha fondato a Perugia l’Associazione Culturale Luigi Bonazzi, insieme a Gerardo Dottori, al fratello Luciano ed altri intellettuali perugini.
“I miei primi 90 anni non mi pesano affatto. Dal punto di vista del pensiero e della creatività non ho problemi, sul piano fisico sento che si sta invecchiando il mio “involucro”, e questo mi rende triste perché mi comporta dei limiti rispetto ai tanti stimoli che la vita mi offre ancora. Sono sempre curioso, sento di aver preso coscienza solo di una minima parte della realtà che mi circonda. Continuerò a dedicarmi all’arte e alla ricerca della verità, che è una lunga e impervia strada, però assolutamente affascinante, l’unica degna di essere vissuta”. Lo scrisse il maestro Franco Venanti in occasione del suo novantesimo compleanno, su Corciano online, venerdì 6 novembre 2020. Tre anni dopo il più grande artista di Perugia e uno dei più grandi in Italia ci ha lasciati.
Le condoglianze della redazione di Umbriajournal alla famiglia.
“È con profondo dolore che ho appreso della morte del maestro Franco Venanti, un grande artista eclettico che ha legato il suo nome indissolubilmente alla sua “Augusta Perusia” e all’Umbria intera, conosciuto ed apprezzato in Italia e all’estero”. È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei. “Un artista ed un uomo di grande valore, colto, intelligente, brillante, amante della vita. Venanti – sottolinea la Presidente – ha attraversato con la sua arte quasi un secolo di storia lasciandoci in eredità un ritratto pieno delle trasformazioni che hanno interessato la nostra società, delle grandezze e miserie di una umanità ritratta quasi sempre con un filo di ironia: le sue battaglie, i generali, gli animali, le donne diafane e bellissime”.
Nel porgere a nome proprio e della Giunta regionale le più sentite condoglianze alla famiglia, Tesei aggiunge che “il vuoto della sua scomparsa sarà profondamente sentito da chi lo ha conosciuto ed ha ammirato il suo lavoro; la sua memoria sarà sempre intrecciata con il mondo dell’arte poiché il suo lascito continuerà ad arricchire ed influenzare anche le future generazioni”.
“Franco Venanti se ne è andato prendendoci di sorpresa. Sorprendendoci e addolorandoci. Se ne è andato in punta di piedi. Con quella eleganza che caratterizzava la sua vita, il suo tratto, le sue opere. La sua scomparsa colpisce innanzitutto la sua famiglia, cui va il nostro forte abbraccio. Ma colpisce molto anche i tantissimi suoi amici e ammiratori, gli amanti del bello, dell’arte e della cultura. E lascia un vuoto nella sua Perugia, che ha amato e “vissuto” davvero come pochi. Restano le sue opere, il suo percorso artistico e culturale, la sua personalità curiosa e innovativa. Tutte queste cose ne hanno fatto uno degli artisti italiani più interessanti del Novecento e di questo primo ventennio del Duemila. Gli sarò sempre grato per avermi chiesto, pochi anni fa, di scrivere la prefazione ad un libro sulla sua biografia. Quella richiesta rappresentò per me un onore, come quella di chiedermi di dire qualche parola all’inaugurazione della sua ultima personale a Deruta, appena poche settimane fa. Porterò nel cuore la telefonata che mi fece il giorno dopo come l’amicizia e la stima di cui mi ha fatto dono”. Così in una nota il Senatore Walter Verini.
“L’Umbria perde un artista di livello internazionale che ha esposto le sue opere nella maggiori città italiane e all’estero”. Con queste parole la Presidente della Provincia Stefania Proietti ha commentato la scomparsa, nella tarda serata di ieri, di Franco Venanti. “Giungano alla famiglia le più sentite condoglianze – continua Proietti – mie e del Consiglio provinciale. Avevo incontrato il Maestro a maggio per l’inaugurazione della mostra “Dall’ordine all’entropia” a Deruta. Oggi voglio ricordare il Maestro per la sua arte, ma anche per il suo impegno politico che l’ha visto ricoprire, tra gli altri, i ruoli di consigliere comunale e dell’Accademia di Belle Arti di Perugia. Le sue opere rimarranno immortali nel tempo e guideranno i giovani artisti nel personale percorso di lettura della realtà che li circonda”. “Ho avuto la fortuna conoscerlo e l’onore di avere la sua amicizia – ha detto la consigliera di Perugia Erika Borghesi. Perugia perde un grande artista, un uomo moderno e illimitato, che ha amato moltissimo la sua città. Venanti è stato un attento pittore, generoso e di grande umanità, che con la sua innata ironia riusciva sempre a strapparti un sorriso”.
“E’ con profondo dolore che ho appreso la notizia della scomparsa di Franco Venanti, un maestro di vita, un artista straordinario, un uomo colto, raffinato, con una visione aperta del mondo”: così il sindaco di Deruta, Michele Toniaccini ricorda il maestro Franco Venanti. “Porgo le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Venanti, anche a nome dell’Amministrazione comunale e della comunità derutese. Ho avuto il privilegio e il piacere di conoscere il maestro Venanti e sono orgoglioso di aver ospitato a Deruta, proprio lo scorso mese di giugno, la sua personale ‘Dall’ordine all’entropia’, dando vita a una serie di riflessioni sull’arte, sulla vita, sulla scienza. Il maestro ha saputo, con le sue pennellate, il suo sguardo attento alla realtà circostante e il suo indagare, dialogare costantemente con la società, creando un ponte indissolubile fra passato e presente. La sua arte ha superato i confini regionali per affermarsi a livello nazionale e internazionale, portando alto il nome dell’Umbria, nel mondo. Franco Venanti ci ha lasciato, ma la sua arte continuerà a essere un faro per tutti noi e per le future generazioni”.
Il sindaco Andrea Romizi, a nome della giunta comunale, esprime cordoglio per la morte di Franco Venanti, uno degli artisti più importanti dell’Umbria, conosciuto, stimato e studiato anche fuori dei confini del nostro Paese. Il Maestro Venanti avrebbe compiuto 93 anni a novembre, ma, come aveva dimostrato anche in occasione della mostra a Palazzo della Penna per celebrare i suoi 90 anni, l’età non aveva per niente offuscato la sua creatività e vivacità intellettuale. Doti di cui il mondo culturale cittadino, e non solo, ora sentirà la profonda mancanza. Con Venanti, costantemente interessato alle vicende della sua Perugia così come ai grandi temi su cui da sempre l’Uomo si interroga attraverso la filosofia, viene meno un punto di riferimento del dibattito pubblico. Oltre che pittore dallo stile inconfondibile, Venanti è stato infatti un pensatore capace di spaziare con grande libertà e ben al di sopra degli steccati delle ideologie. Appassionato della bellezza e della varietà del reale, interpretato sempre in maniera personale, lascia alla città, accanto alla vasta produzione artistica, anche numerosi libri e una realtà vivace come l’associazione Luigi Bonazzi, fondata nel 1963 insieme a Gerardo Dottori, al fratello Luciano e altri intellettuali perugini. Venanti si mise anche al servizio dell’Accademia di Belle Arti, come docente e accademico di merito, e delle istituzioni, come consigliere comunale (1995-1999). La città è stata orgogliosa di lui per le alte onorificenze della Repubblica di cui è stato insignito. Il Comune, dal canto suo, volle omaggiare la sua personalità poliedrica e l’arte con cui contribuì alla diffusione dell’identità perugina inserendolo nell’albo d’oro dei cittadini illustri: lo stesso sentimento di ringraziamento alla base di quella scelta risorge oggi, nel momento doloroso dell’ultimo saluto a questo straordinario cantore di Perugia. Alla famiglia giungano la vicinanza e l’affetto sinceri dell’amministrazione. Il funerale sarà celebrato sabato 22 luglio alle 15.30 in cattedrale. Presiede il cardinale Gualtiero Bassetti.
Il presidente del Consiglio comunale, Nilo Arcudi, a nome dell’intero Consiglio, si stringe alla famiglia del Maestro Franco Venanti, venuto meno all’affetto dei suoi cari e della città. Nell’arte di Venanti, celebrata anche all’estero, ha trovato espressione una personalità profonda e sempre inquieta, talvolta irriverente come solo i liberi pensatori sanno essere, ma sempre animata da onestà intellettuale. La volontà di fornire un contributo alla sua città si è tradotta anche nell’esperienza fatta come consigliere comunale dal 1995 al 1999. Mancheranno il suo impegno sociale e culturale, la sua inesausta curiosità, il suo punto di vista mai banale sui fatti della vita. Il Consiglio lo aveva iscritto nell’albo d’oro tra i cittadini che hanno contribuito a dare lustro al capoluogo umbro. La scomparsa di Franco Venanti, quindi, ci trova tutti uniti nel ricambiare l’amore che ha sempre dimostrato per Perugia e i perugini.
Sono da vari anni la Vice presidente dell’Associazione Culturale “L. Bonazzi” di Perugia, fondata da Franco Venanti nel 1963 alla quale il Maestro teneva moltissimo, il suo fiore all’occhiello, una delle più vecchie di Perugia. Un’Associazione viva, vivace, coinvolgente anche dopo gli anni della Pandemia con iscritti sempre nuovi. Franco stava già programmando gli eventi per festeggiare i 60 anni di vita del “Bonazzi”. Ho lavorato con lui per tanti anni per organizzare eventi di grande valore, perché Franco non voleva la banalità, era un innovatore, un precursore. Lo potevi aiutare ed era piacevole farlo, perché imparavi tanto, soprattutto ti trasmetteva la forza di fare, di guardare avanti: ti sentivi più forte. Ma poi tutto ruotava intorno a lui, tutto usciva dalla sua mente fervida, dalla sua cultura profonda, radicata dentro di lui, dal suo guardare indietro e scrutare il futuro, amante della storia e della filosofia, critico, controcorrente, originale come nella sua pittura. La sua fine è una perdita grande per tutti noi, lo vedevamo come Maestro per la sua Arte, ma anche di vita: per me era un amico caro, generoso e sincero, mi mancheranno le lunghe telefonate. Ma si interessava di tutti i Soci, li conosceva tutti, aveva piacere di gratificarli, coinvolgendoli nelle attività dell’Associazione. Noi tutti e la sua affettuosa famiglia, sentiremo sempre la perdita di questo grande UOMO.