Il LiSiAPP dice no al Garante dei Detenuti

Certificati falsi in carcere, medico e quattro agenti indagati per truffa e falso

FOTO REPERTORIO DI CARCERI AFFOLLATIIn un periodo di profonda crisi economica di tagli e risparmi che riguardano il settore pubblico tutto o quasi, si polemizza sul nostro apparato politico che ha visto ben poco di spending review. Ma non solo la politica nazionale è esente da questo metodo, già perché anche qualche altro settore, o meglio, apparato legato ad essa non è stato colpito dai tagli e ottimizzazioni, anzi tutt’altro! Ci riferiamo alla nomina e creazione del “Garante dei Detenuti”, nuova figura e organo a carattere regionale. Al contrario, altri settori come quello penitenziario, o più ampiamente il comparto sicurezza in generale sono stati colpiti seriamente con misure anticrisi , che si sono concretizzate con tagli al personale, stipendi e con il congelamento salariale, compresi anche gli scatti di anzianità bloccati dal 2009 al 2013 e con probabilità di estensione anche al 2014. Inoltre per il sistema penitenziario è significativo il fatto che gli istituti di pena Italiani non sono sufficienti a contenere gli attuali 67.000 detenuti, vista la capacità recettiva delle prigioni Italiane di 45000 posti (basti vedere le recenti condanne comminate al nostro paese da parte di organismi giudiziari internazionali), tagli che hanno colpito soprattutto i generi di prima necessità, quali riscaldamenti, manutenzioni ordinarie e straordinarie, generi per l’igiene personale.

 

Condizione per la quale è estremamente eloquente il fatto che ci siano delle responsabilità anche di gestione amministrativa, quando invece al contrario vengono destinate delle risorse alle attività ricreative, quali corsi teatrali e corsi vari con costi molto elevati necessari a soddisfare soltanto l’ego di qualche dirigente, che preferisce l’apparenza alla sostanza. Intendiamoci, non perché crediamo non siano attività importanti, ma per una semplice e ovvia questione di priorità . Ora sempre per questo principio critichiamo energicamente la volontà politica della Regione Umbria che intravede nella figura del garante dei detenuti la risposta alle criticità delle strutture penitenziarie della regione.

il sindacato

Proprio nel un periodo in cui ai cittadini vengono chiesti grossi sacrifici in termini economici, con tagli ai servizi essenziali come sanità e istruzione, il consiglio regionale vorrebbe creare questa “autorevole” ed “essenziale” figura di Garante dei detenuti appunto. Figura che oltre ad un considerevole stipendio sarà , pensiamo, dotato di un entourage costituito da segretari, addetti e portavoce, con tanto di ufficio con costi rilevanti per il già tartassato contribuente Umbro. Difatti ai nostri politici fautori “del garante” chiediamo, per trasparenza, di comunicare ai cittadini umbri i costi per le loro “tasche” . Proprio per questo motivo e per un principio di priorità, chiediamo alla politica regionale, “ma il garante dei cittadini onesti quando lo creerete?” Visto che incombe tanta urgenza di costituire una figura di garanzia per chi compie delitti, quando già esistono un corpo di Polizia deputato a svolgere tale compito oltre che una figura giudiziaria che è il giudice dell’esecuzione penale il c.d. Magistrato di Sorveglianza. Il “garante dei detenuti” , quello non originale, non ha nessun potere di legge.

 

Non ha il “diritto” di accedere nelle carceri o colloquiare con detenuti se non autorizzato dalla direzione delle stesse. Questa figura “non autorizzata” copia quindi le funzioni del Magistrato di Sorveglianza senza però averne i poteri. E proprio con la massima onestà intellettuale che siamo qui oggi a contrastare e a criticare questa scelta politica ritenendo tale figura inutile oltreché autoreferenziale e fine a se stessa, in quanto figura politica, creata e nominata da quella politica che è la stessa che poi gestisce il sistema stesso. Ma anche e soprattutto antieconomica.

 

Sarebbe molto più utile destinare tali risorse, oltre che le energie, verso la risoluzione delle problematiche dei penitenziari della regione, già ampiamente descritte da quelle figure istituzionali naturalmente impiegate alla gestione dell’esecuzione penale, anziché creare una figura che non farà altro che trovare le stesse difficoltà, peraltro senza nessuna prerogativa rispetto alle prime. Finché ci saranno solo azioni di denuncia e non fatti concreti, potremmo mettere il garante dei garanti, ma sempre con le stesse difficoltà, dovremmo confrontarci nel futuro, perciò l’imperativo è azione, non chiacchiere. Di sicuro non sarebbe meglio destinare quelle risorse economiche per la manutenzione della carceri? Oppure diversamente per aiutare le migliaia di cassaintegrati, di disoccupati, o di malati che non riescono a far fronte anche al pagamento dei soli ticket? Non è certo creando una figura come il garante dei detenuti che si risolve una situazione creata dagli stessi che oggi spingono e si battono da più parti a Perugia come a Roma per il garante stesso.

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