Il covid entra nella case di riposo dell’Umbria, anziani contagiati, controlli dei Nas

Il covid entra nella case di riposo dell'Umbria, anziani contagiati, controlli dei Nas

Il covid entra nella case di riposo dell’Umbria, anziani contagiati, controlli dei Nas

Il coronavirus entra nelle case di riposo dell’Umbria. I carabinieri dei Nas del Nucleo tutela della Salute hanno fatto visita nelle strutture sia nelle strutture pubbliche, sia in quelle private per verificare se le disposizioni anti Covid-19 vengano rispettare. Il coronavirus quando colpisce le strutture per anziani arriva necessariamente da fuori. Sono scattate le verifiche su procedure, elenchi, accertamenti su chi ha diritto a entrare nelle strutture e se sono stati rispettai i piani per arginare la pandemia.

I contagi si diffondono in Umbria. Preoccupa la situazione nelle strutture per anziani (Rsa – Residenze Sanitaria Assistenziale).  Nella struttura di Fontenuovo a Perugia l’aumento dei contagi preoccupa. “Nonostante la reiterata negatività allo screening periodico al tempo del Covid-19 con un operatore del servizio civile nazionale risultato positivo al tampone sabato 17 ottobre, presso la suddetta RP – scrive in una nota la direzione di Fontenuovo -, sono stati eseguiti una serie di approfondimenti diagnostici tramite tamponi effettuati su tamponi e dipendenti. Alle prime positività del 23 ottobre, si sono aggiunte quelle di altri 7 dipendenti, in totale 19 e di 45 persone anziani ospiti”.

“D’intesa con la Direzione di Distretto Sanitario – scrive ancora – è in atto il monitoraggio dello stato di salute degli ospiti in collaborazione con la USCA di riferimento; la maggior parte degli Ospiti non presenta attualmente sintomi di malattia da Covid-19; agli ospiti sintomatici in condizioni cliniche stabili sono prestate le cure del caso; coloro che si presentano clinicamente instabili sono inviati in Ospedale, per i trattamenti di secondo livello. I Familiari degli Ospiti sono stati raggiunti tempestivamente dalle comunicazioni del caso e non hanno mancato, pur se comprensibilmente in apprensione, di fare sentire il loro sostegno agli operatori socio-sanitari”.

Contagi anche nella Casa di riposo della Fondazione Opera Pia Bartolomei Castori di Foligno e poi c’è un altro focolaio nella Rsa «Andrea Rossi» di Assisi dove 2 anziani sono risultati positivi al Covid-19. Nonostante l’adozione di rigide misure di prevenzione, è purtroppo salito a 13 il numero dei soggetti positivi al Covid-19 tra i pazienti del Polo Geriatrico “Le Grazie” di Terni. La ricognizione condotta dai sanitari del distretto di Terni, dopo i primi sette casi di positività, ha accertato la presenza di altri sei anziani contagiati nella struttura. Nella giornata di domani verrà effettuato il secondo ed ultimo tampone rinofaringeo al personale medico, infermieristico e agli operatori sociosanitari in servizio (nei giorni scorsi sono risultate positive quattro OSS che si trovano attualmente in isolamento domiciliare contumaciale). Al momento nessun operatore manifesta sintomi. Sul posto, per prestare le cure del caso ai pazienti, monitorare le loro condizioni di salute ed il decorso dell’infezione, le Usca dell’Azienda Usl Umbria 2. E’ previsto inoltre il sopralluogo nella RSA del responsabile del servizio di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera di Terni dr. Michele Palumbo. Al momento il quadro clinico dei pazienti non presenta criticità e continuano ad essere in atto tutte le misure di isolamento e di sicurezza per il contenimento del contagio.

Ed infine preoccupa l’ipotesi di conversione della Rsa Seppilli di Perugia in struttura Covid: che fine faranno gli anziani ricoverati? I sindacati dei pensionati dell’Umbria esprimono “grande preoccupazione” per la situazione “esplosiva” di numerose strutture per anziani della regione dove i casi di contagio da Coronavirus si moltiplicano a un ritmo impressionante. Per Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil è preoccupante, inoltre, l’ipotesi di trasformazione in struttura covid della RSA Seppilli di Perugia, come già denunciato anche dalle categorie dei lavoratori pubblici di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria.

“Una scelta preoccupante e potenzialmente disastrosa – affermano Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil dell’Umbria – che riporta subito alla mente la tragica vicenda delle Rsa lombarde a partire dalla più nota, quella del Pio Albergo Trivulzio. Non è questa – sostengono i sindacati dei pensionati – la strada per tutelare la salute dei cittadini umbri e tantomeno quella degli anziani”.
“Per evitare che si intraprendano scelte sbagliate e pericolose rinnoviamo la richiesta di incontro inviata nei giorni scorsi alla presidente Tesei e all’assessore Coletto, per affrontare il nodo della condizione degli anziani in Umbria in questa difficilissima fase, nella quale sono già in essere importanti focolai di contagio all’interno di residenze e case di riposo – continuano i sindacati – Invieremo inoltre nelle prossime ore una richiesta di incontro al direttore generale della USL Umbria 1 e alla direzione della Rsa Seppilli per conoscere le condizioni degli anziani ricoverati nella struttura e le eventuali conseguenze di una sua conversione in Rsa Covid”.

Per Spi, Fnp e Uilp “la salute degli anziani è un bene prezioso per tutta la comunità che deve essere tutelato come diritto individuale, ma anche come bene collettivo, a salvaguardia di una generazione che ha costruito, non retoricamente ma oggettivamente, il Paese e l’Umbria. Per questo è necessaria una regia condivisa delle scelte a tutela delle fasce più fragili della popolazione”. “Da parte nostra – concludono Spi, Fnp e Uilp dell’Umbria – intraprenderemo ogni azione sindacale utile a tutelare la salute degli anziani umbri, senza escludere, ove fosse necessario, il ricorso agli organi giudiziari”.

Riccardo Vescovi, coordinatore regionale Demos Umbria si sofferma sulle triste notizie di questi giorni riguardanti i caso covid all’interno delle RSA”. “Demos ha sempre posto la questione della gestione RSA come una dei grandi tempi della politica attuale. L’abbiamo sostenuto in tempi non sospetti anche in Umbria!!  La nostra percezione, condiviso negli incontri via web svolti durante il lockdown, era che in Umbria non fossimo stati più bravi a gestire l’emergenza dentro le RSA ma semplicemente che il virus non era ancora arrivato con forza nella nostra regione. Oggi, i dati catastrofici che ci troviamo a commentare nelle nostre strutture confermano le nostre ipotesi.” Dichiara il coordinatore. Vescovi si auspica ed aggiunge “Ci auguriamo che il dramma che si sta consumando nelle RSA serva, come abbiamo già fatto presenti ai nostri consiglieri di riferimento e nelle sedi opportune, per iniziare a ragionare su un nuovo sistema di gestione della terza età e sulla sperimentazione di nuove forme di assistenza. Noi abbiamo delle proposte da fare e siamo disponibili ad aprire tavoli per trovare soluzioni per i nostri nonni, memoria storica e autentica ricchezza del nostro territorio.”

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