Giornata nazionale vittime lavoro allarme dati e appello di Mattarella
Giornata nazionale vittime lavoro – Oggi, 13 ottobre, si celebra la 74esima Giornata Nazionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro. Un momento di riflessione che mette in evidenza la tragica realtà di chi perde la vita mentre lavora, un fenomeno che è stato descritto come omicidi sul lavoro. Secondo il rapporto del Sole 24 Ore, tra gennaio e agosto 2024, ben 680 persone hanno perso la vita sul posto di lavoro. Un dato allarmante che chiama in causa le responsabilità di tutti.
In occasione di questa giornata, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha esortato a un impegno collettivo per prevenire queste tragedie. È fondamentale agire per fermare quello che è definito un vero e proprio “massacro” di lavoratori e lavoratrici. La causa principale di questo dramma è legata al profitto, che spesso ha la priorità rispetto alla sicurezza dei lavoratori.
Le aziende, in un incessante tentativo di massimizzare i profitti, costringono i lavoratori a rinunciare ai diritti fondamentali. Queste pratiche avvengono spesso con la complicità dei sindacati confederali, che non sempre tutelano adeguatamente i diritti dei dipendenti. Le conseguenze di tale approccio sono evidenti: turni massacranti, condizioni di lavoro precarie e stipendi insufficienti, che rendono il futuro pensionistico sempre più incerto.
È quindi necessario un cambio di direzione. Occorrono interventi concreti per garantire tutele adeguate, ispezioni più severe da parte dell’ispettorato del lavoro e sanzioni più dure per le aziende che violano i diritti dei lavoratori. Questo non deve limitarsi alle sole tutele fisiche, ma deve includere anche diritti come la malattia per i piccoli lavoratori autonomi.
Non può esistere una priorità del lavoro sul diritto alla salute. La sicurezza sul lavoro non deve essere compromessa da pratiche illegali come il lavoro nero o da leggi sui subappalti che mettono a rischio i diritti fondamentali. Anche l’introduzione del part-time nell’edilizia e la gestione del servizio civile agricolo hanno suscitato preoccupazioni. Si richiede un cambiamento radicale: l’ispettorato del lavoro non deve avvertire le aziende prima di effettuare controlli, e le promesse di impegni a parole devono essere tradotte in fatti.
La responsabilità per gli incidenti sul lavoro è condivisa da tutti, da chi gestisce le aziende a chi si occupa della normativa. Ogni lutto deve spingere a una riflessione profonda e a un’azione risoluta. Lavorare in condizioni dignitose non deve essere considerato un’utopia, ma un diritto inalienabile per ogni lavoratore.
La situazione attuale deve portare a una mobilitazione generale. È necessario che le istituzioni, i sindacati e i cittadini collaborino per far sì che ogni lavoratore possa tornare a casa dopo una giornata di lavoro. Non si può più tollerare che le aziende mettano il profitto al di sopra della vita delle persone.
La Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro deve servire da monito e stimolo a tutti. È tempo di agire, di cambiare le leggi e le politiche sul lavoro, di garantire che la sicurezza diventi una priorità e non un optional. In questo contesto, le parole di Mattarella risuonano come un forte richiamo alla responsabilità collettiva e all’impegno concreto per un futuro in cui ogni lavoratore possa sentirsi al sicuro e protetto.
L’appello è chiaro: è necessario un cambio radicale nella gestione del lavoro, dove la dignità e la sicurezza dei lavoratori siano al centro delle politiche aziendali. Solo così si potrà davvero onorare la memoria delle vittime e lavorare per un domani migliore.
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