Detenuta tenta il suicidio a Capanne, salvata da poliziotta

un'altra giornata drammatica nella Casa circondariale di Perugia

Detenuta tenta il suicidio a Capanne, salvata da poliziotta

Detenuta tenta il suicidio a Capanne, salvata da poliziotta

Detenuta tenta il suicidio – Una detenuta italiana ha tentato il suicidio nella Casa circondariale Capanne di Perugia, ma grazie all’intervento celere e competente di una poliziotta, la tragica azione è stata sventata. La notizia è stata rivelata dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, attraverso il segretario nazionale per l’Umbria, Fabrizio Bonino.

| di Marcello Migliosi

Il tentativo di impiccamento è avvenuto nel reparto femminile della prigione nella mattinata di sabato 3 giugno. Durante l’ora di pausa mensa, alcune detenute hanno avvertito la poliziotta di turno riguardo agli intenti suicidari di una compagna di cella. Nonostante fosse sola, l’agente si è precipitata alla cella e, trovando la porta del bagno socchiusa e senza risposta dalla detenuta, è entrata immediatamente. Ha trovato la donna già penzoloni alle sbarre della finestra, ma grazie al suo rapido intervento, è riuscita a sciogliere il nodo e adagiare la detenuta a terra. La poliziotta ha anche fornito i primi soccorsi in attesa del personale sanitario, che è stato allertato dal responsabile di turno. L’azione tempestiva della poliziotta ha evitato un altro tragico decesso. Al momento, le motivazioni che hanno spinto la detenuta a compiere questo gesto estremo rimangono sconosciute.

Il segretario del SAPPE per l’Umbria ha elogiato l’operato della poliziotta, sottolineando il ruolo cruciale della Polizia Penitenziaria nella tutela della vita dei detenuti. Ha definito questo episodio come un vero esempio di comunità, in cui gli operatori, compresi i detenuti stessi, si uniscono per svolgere i loro ruoli specifici con responsabilità. Il SAPPE ha espresso il proprio apprezzamento per il comportamento e la professionalità dimostrati dalla poliziotta, sostenendo che meriti un riconoscimento ministeriale. Il personale di Capanne, composto attualmente da 366 detenuti, di cui 57 donne, nonostante le gravi carenze organizzative non valutate adeguatamente dal ministero, svolge i suoi compiti istituzionali con grande professionalità e senso del dovere.

Il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, ha evidenziato che la decisione di togliersi la vita è spesso il risultato di un disagio psicologico profondo. Ha sottolineato che coloro che si trovano nelle maglie del sistema penitenziario spesso portano con sé problemi personali, sociali e familiari. Capece ha sottolineato come il tentativo di suicidio da parte di detenuti sia un problema ricorrente nelle carceri italiane, con oltre 23.000 casi sventati dalla Polizia Penitenziaria negli ultimi 20 anni e quasi 175.000 atti di autolesionismo impediti. Ha concluso ricordando che gli agenti penitenziari, compresi quelli delle carceri umbre come Capanne, svolgono il loro lavoro con professionalità, zelo, abnegazione e umanità, nonostante il contesto complesso caratterizzato da eventi critici ricorrenti.

Questo episodio tragico e l’intervento provvidenziale della poliziotta mettono ancora una volta in luce la delicatezza e lo stress del lavoro svolto dagli agenti penitenziari. Rappresenta un monito riguardo alla necessità di affrontare le problematiche sociali e umane all’interno delle carceri e di garantire un supporto adeguato per la salute mentale dei detenuti, al fine di prevenire gesti estremi come il suicidio.

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