Cedevano cocaina gratis: «Prendi e poi paghi», stroncata banda di pusher ad Assisi, gruppi di padre e figlio 🔴Video

Davano cocaina gratis: «Prendi e poi paghi», stroncata banda di pusher ad Assisi, gruppi di padre e figlio

Cedevano cocaina gratis: «Prendi e poi paghi», stroncato gruppo di pusher ad Assisi

Sette persone arrestate, quattro di questi erano padre e figlio. Si tratta di un italiano e sei albanesi, tutti stabilmente dimoranti nei comuni di Assisi e Bastia Umbra, alcuni dei quali anche titolari di attività commerciali.

L’operazione: Si è così conclusa una brillante operazione antidroga dei Carabinieri del Comando Compagnia di Assisi che ha smantellato un organizzazione locale dedita alla cessione di droga, in particolare cocaina. I loro clienti erano di tutte le età e principalmente residenti nei comuni di Assisi e Bastia Umbra.

Le origini: L’indagine “Cocktail” ha origine dalle segnalazioni pervenute ai Carabinieri nel marzo 2018, con le quali molti residenti hanno manifestato preoccupazione, avendo notato dei movimenti sospetti nei pressi di un bar di Santa Maria degli Angeli.

I servizi di osservazione, subito messi in atto, hanno permesso di svelare una realtà fatta di un numero consistente di cessioni, puntualmente riscontrate dai militari, che hanno anche effettuato decine di sequestri di dosi di cocaina immediatamente dopo gli scambi, segnalando alla Prefettura i clienti come assuntori.

L’indagine, sviluppatasi anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, si è svolta prevalentemente con metodi tradizionali, ovvero mediante sommarie informazioni testimoniali e servizi di osservazione nel territorio, che hanno consentito di raccogliere univoche e rilevanti fonti di prova a carico dei sette pusher.

Oltre alle cessioni dimostrate e ai sequestri di stupefacente, un importante riscontro investigativo si è avuta con l’arresto, nel mese di luglio del 2018 di un corriere, trovato in possesso di cento grammi di cocaina destinata a rifornire il gruppo di pusher monitorati.

L’attività portata avanti dai Carabinieri ha consentito di costruire anche le relazioni tra gli indagati, solidali e correi nell’attività al punto da scambiarsi clienti, mandando agli appuntamenti il pusher in quel momento più vicino o già pronto per la consegna; talvolta, essendo tutti del posto, gli spacciatori cedevano le dosi richieste arrivando a piedi o in bicicletta.

La stretta collaborazione tra i correi, legati anche da rapporti di parentela (tra gli indagati vi sono due padri con i rispettivi figli), si è manifestata nel corso dell’indagine anche per l’analoga modalità di gestione del rapporto con i clienti a cui gli stessi spesso rifornivano cocaina a credito per poi passare a minacce e intimidazioni per ottenere la riscossione, creando con gli assuntori un legame fondato sulla dipendenza e sulla paura di ritorsioni.



L’attività si è recentemente conclusa sotto la direzione della Procura della Repubblica di Perugia, che, ritenendo gravi e univoche le fonti di prova raccolte, ha richiesto e ottenuto dal competente Giudice per le Indagini Preliminari, provvedimenti cautelari a carico degli indagati.

Tra i correi vi è un uomo italiano, assuntore poi entrato nel giro di spaccio con la funzione di intermediario, procacciatore di clienti e addetto alle consegne. Nei suoi confronti, come per altri quattro pusher è stata eseguita la misura degli arresti domiciliari. Due stranieri sono stati invece sottoposti all’obbligo di dimora e di presentazione quotidiana al Comando Stazione Carabinieri.

Più grave la posizione di un albanese di 57 anni, per il quale il giudice ha disposto l’accompagnamento al carcere di Capanne.

Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati ulteriori quantitativi di cocaina, una dose di hashish, materiale per il taglio e 4300 Euro in contanti.

Uno degli indagati, già sottoposto all’obbligo di dimora, è stato trovato in possesso di 19 grammi di cocaina e di un bilancino di precisione, di cui, alla vista dei militari, ha tentato di liberarsi lanciandoli dalla finestra. Per l’uomo è scattato l’arresto in flagranza di reato, con l’accompagnamento in carcere.

 

 

 

 

 

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