
Caporalato, Finanza scopre un dormitorio, 12 clandestini sfruttati e azienda non in regola
Tredici ore di lavoro al giorno, con una paga giornaliera irrisoria tra i 20 e i 25 euro, approfittando del loro status di clandestinità.
E’ quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Gubbio che ha denunciato due persone, la titolare di una ditta, in concorso con il coniuge, per il reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” nonché per aver dato lavoro a soggetti clandestini e per aver favorito l’immigrazione clandestina sul territorio nazionale.
Fonte: Guardia di Finanza
I militari nei giorni scorsi hanno controllato i locali di una ditta individuale, nella zona periferica del Comune di Fossato di Vico, operante nel settore dell’assemblaggio di componenti elettrici, gestita da una coppia di coniugi di origini marocchine.
Una criticità fiscale era emersa. Il soggetto economico è risultato evasore totale e formalmente privo di lavoratori dipendenti, nonostante un volume d’affari dichiarato di circa 140 mila euro annui.
Ma i lavoratori c’erano e non erano in regola. Ma cosa ancora più grave vivevano nello stesso posto dove lavoravano. Dodici in tutto le persone che, alla vista dei militari, hanno tentato di darsi alla fuga! Tutti raggiunti, sono risultati sprovvisti di documenti attestanti la loro identità e la regolare presenza sul territorio nazionale. I lavoratori originari del Marocco, con l’ausilio di un interprete, hanno fornito elementi da cui sembrano emergere significativi indizi di una condizione di soggezione e di sfruttamento da parte dei datori di lavoro.
Nel corso delle operazioni, condotte anche con l’ausilio di un’unità cinofila del Gruppo di Perugia, è stato inoltre ispezionato un capannone di piccole dimensioni, adiacente all’opificio principale, adibito a dormitorio, ma del tutto inidoneo al fine a cui era preposto. L’ambiente era in precarie condizioni igienico-sanitarie, era privo di finestre e di impianti di riscaldamento ed aerazione, con materassi logori, alcuni dei quali posizionati direttamente sul pavimento, e materiale elettrico ammassato alla rinfusa. Per tali ragioni è stato richiesto l’intervento del Servizio prevenzione, sicurezza ed igiene sul luogo di lavoro della ASL 1 di Perugia.
I locali aziendali sono stati sottoposti a sequestro preventivo d’urgenza. Il GIP presso il Tribunale di Perugia, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha successivamente convalidato il sequestro eseguito dalla polizia giudiziaria.
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