
Associazione a delinquere per frode fiscale, frode fiscale e denunce
Associazione a delinquere, finalizzata alla frode fiscale, attraverso l’utilizzo di crediti IVA inesistenti, nonché il reato di auto riciclaggio dei proventi illeciti dell’evasione fiscale. Sono i capi di accusa che la Guardia di Finanza, Nucleo di polizia economico finanziaria, contesta al sodalizio criminale di cui facevano parte a 5 imprenditori – che sono stati arrestati (ai domiciliari ndr) -, 4 professionisti ( cui è stata sospesa la professione ndr). Sequestrati, inoltre, somme di denaro, beni immobili a carico di 14 persone e 6 società, pe un ammontare di 8 milioni di euro.
- L’operazione delle Fiamme gialle è stata coordinata dal capo della procura della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone.
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L’attività investigativa, muovendo dall’analisi di contratti di cessione del credito caratterizzati da profili di anomalia, quali, ad esempio, la
- ricorrenza di professionisti intervenuti nella transazione,
- la rapida alternanza nelle cariche societarie delle entità coinvolte
Le Fiamme Gialle hanno acclarato che esisteva una vera e propria associazione a delinquere che, nel corso del tempo, aveva costituto e gestito un vero e proprio mercato di crediti IVA inesistenti. Questo con lo scopo di commercializzarli e riciclare i proventi illeciti, attraverso il trasferimento delle somme di denaro a persone compiacenti e società, anche estere, in assenza di rapporti economici e commerciali.
Le indagini, effettuate con l’aiuto di accertamenti finanziari, acquisizioni documentali e di informazioni da parte di persone informate sui fatti, – ma anche attraverso servizi di appostamento e osservazione dei soggetti indagati -, hanno permesso di svelare il meccanismo fraudolento adottato dai truffatori.
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Come operavano
C’era l’intestazione, fittizia, di società inattive a presta nomi nullatenenti, il più delle volte con precedenti penali specifici.
Si utilizzava la ragione sociale all’insaputa del contribuente, con l’aiuto di professionisti compiacenti che, di volta in volta, si sono occupati della trasmissione delle dichiarazioni o dell’apposizione del visto di conformità, richiesto dalle disposizioni normative, per avvalorare la veridicità del credito.
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I crediti IVA inesistenti venivano, quindi, ceduti a società gestite dall’organizzazione che provvedevano a chiederne il rimborso.
Condividendo le ipotesi accusatorie formulate dal pubblico ministero. il Giudice per le indagini preliminari ha disposto le misure cautelari avendo rilevato che “il pericolo di reiterazione di condotte delittuose della medesima indole sussiste in termini di rilevante gravità, in quanto l’attività illecita risulta essersi protratta nel tempo né è cessata”.
Inoltre, “il conseguimento di profitti illeciti significativi rende praticamente certo” che gli indagati “ove non sottoposti ad adeguata misura, possano continuare la precedente attività, con gravissimo danno per l’Erario”.
Sulla base di tali considerazioni, sono stati disposti gli arresti domiciliari nei confronti di 5 imprenditori, la sospensione per un anno dall’esercizio della professione nei confronti dei 4 professionisti coinvolti, nonché il sequestro preventivo di somme di denaro, beni mobili ed immobili a carico di 14 persone fisiche e 6 società, per un ammontare pari a oltre 8 milioni di euro.
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