Una foto su facebook, quella due cappi lascia immaginare il peggio. Non è uno scherzo, è tutto vero. E’ la disperazione di due coniugi “massacrati” dalla crisi, dalla sfortuna e da uno sfratto (non per morosità). Carlo Collesi e la sua coniuge chiedono aiuto e non ricevono nessuna risposta dalle istituzioni. Anzi per quella foto sono stati persino denunciati.
Istituzioni che sembrano essere sempre più sorde, e non solo, anche cieche. La storia di Carlo Collesi, sta facendo il giro del web, su facebook e su diverse testate giornalistiche.
Quello che si trova scritto sul web è un grido di dolore: “Aiutateci per favore, chiedo aiuto alle istituzioni, sindaco o servizi sociali di Perugia, vi prego, aiutateci grazie”. “Fratelli perugini aiutateci almeno voi… siamo pronti a tutto”
Hanno uno sfratto imminente, non hanno un soldo (letteralmente) in tasca da diverse settimane, lui non lavora da un anno e lei è invalida e si sta battendo per avere una piccolissima pensione che le è negata al momento per via di un solo punto (di invalidità) mancante.
E non finisce qui: da due anni non hanno neanche il riscaldamento e per lavarsi con l’acqua calda devono utilizzare una pentola per la pasta e il fornelletto a gas. Una famiglia perugina travolta dalla crisi economica.
Ma l’assurdo – politicamente e umanamente – e che due persone ridotte in queste condizioni non hanno diritto ad una casa popolare. Infatti per parametri discutibili addirittura nella graduatoria sono al 600esimo posto. Sono alla canna delle gas ma nonostante questo sono considerati “ricchi” per poter beneficiare di qualche metro quadro di proprietà pubblica. Carlo Collesi, il capofamiglia, ha cercato in tutte le maniere di far valere le proprie ragioni anche perché il 27 dicembre ( il primo sfratto risale ad ottobre ma venne bloccato) insieme alla moglie dovrà lasciare l’abitazione.
La cosa più amara è che lo sfratto non è per morosità: fino ad ottobre hanno sempre pagato l’affitto facendo sacrifici, impegnando e vendendo oggetti. Ma la casa ora serve ai proprietari e quindi sono state avviate tutte le procedure nel rispetto delle leggi. Carlo non avendo un soldo in tasca e non lavorando non può permettersi un nuovo appartamento in affitto: “Dove dobbiamo andare? In ostello? Ma non scherziamo. Abbiamo diritto ad una casa popolare o per lo meno chiediamo ai perugini come noi di essere aiutati. Possibile che le istituzioni non possono far niente? Ma noi non molliamo siamo disposti a tutto: ci barricheremo in casa e non ci potranno cacciare”.
“Che senso ha vivere così… se ci cacciano e meglio farla finita”. Intanto però si è beccato una denuncia per procurato allarme proprio per via di quei cappi pubblicati su facebook. “Vi chiediamo aiuto: siamo disposti ad accettare tutto. Vi chiediamo lavoro prima di tutto, ma ci farebbero comodo per sopravvivere, per mangiare qualche donazione…fratelli perugini aiutateci!”: è il grido di dolore di Carlo rivolto ai cittadini. Intanto si sta lavorando, in Comune, per trovare un alloggio prima che siano sbattuti fuori come cani randagi in mezzo alla strada.
Aiutateci siamo soli codice Iban. It65 F060 5003. 001C. C078. 0098. 739: aiutateci siamo soli e disperati