Partito democratico, dichiarazioni squallide e strumentali dall’assessore Calabrese

Francesco Calabrese

L’assessore Calabrese, non soddisfatto della pessima figura fatta su Centralcom che lo ha portato a dimissioni lampo della durata di meno di 48 ore, è riuscito ancora una volta a mettere in ridicolo il Sindaco, la Giunta e l’intera istituzione del Comune di Perugia con dichiarazioni squallide e strumentali sui giornali e sui social network.

Alla scomposta ricerca di un alibi per gli ormai quotidiani furti nei negozi del Centro Storico è riuscito a sostenere che sarebbero intimidazioni mafiose dirette al Sindaco e alla Giunta, ritorsioni perché loro avrebbero il merito di aver rotto un sistema colluso con la mafia, parole gravi, inaccettabili e farneticanti.

In primo luogo risulta del tutto irreale che organizzazioni mafiose intimidiscano Sindaco e Giunta attraverso furti nei negozi in Centro. Purtroppo la nostra storia ci insegna, e chiunque abbia minimamente approfondito i metodi mafiosi sa, che non sono questi i metodi criminali che la mafia utilizza per mandare messaggi intimidatori a chi governa. Ma portare avanti posizioni superficiali con toni da campagna elettorale risulta più semplice.

L’intervista all’assessore Calabrese assume una gravità ancor maggiore se si pensa a quello che hanno subìto in passato e subiscono ancora le vere vittime di intimidazioni mafiose. Che queste dichiarazioni siano rese da un pubblico ufficiale le rendono ancora più offensive ed inadeguate anche per una conversazione “da bar”.

In secondo luogo non siamo noi a rigettare le viscide insinuazioni su una ipotetica collusione con le organizzazioni malavitose del Comune di Perugia e di chi è stato eletto in passato per governare la città, ma le rigetta la Corte dei Conti, voce imparziale e autorevole, nella sua relazione. A meno che nelle farneticazioni giornaliere si pensi che anche la Corte dei Conti sia collusa. Non da ultimo le parole pronunciate oggi dal Procuratore Nazionale Antimafia dimostrano come il tessuto umbro e perugino posseggano da sempre gli anticorpi atti a reagire alle infiltrazioni mafiose.

È probabile che, visto che la Giunta si trova di fronte a problemi complessi in merito al tema sicurezza, difficilmente risolvibili a dispetto delle mirabolanti promesse in campagna elettorale, l’assessore Calabrese sia andato in fibrillazione addossando colpe e responsabilità a chi ormai non governa più, e che a suo tempo aveva già messo in campo tutti gli strumenti a disposizione di una amministrazione comunale.

Siccome l’assessore Calabrese non dovrebbe essere digiuno di giurisprudenza, se è a conoscenza di informazioni si deve recare alla Procura della Repubblica e non su Facebook o sui giornali con dichiarazioni infamanti.

L’assessore Calabrese si deve scusare prima di tutto con le vittime della mafia, ed in secondo luogo con le tante persone oneste che hanno governato la nostra città con impegno e dedizione. Deve delle scuse anche al Comune di Perugia, che è uno tra i pochi che può vantare di non essere mai è rientrato in indagini o processi per corruzione anche grazie all’onesta dei dipendenti che ci lavorano con passione.

Dopo aver presentato le proprie scuse pubbliche deve presentare anche le proprie dimissioni poiché ha dimostrato di non aver alcun senso istituzionale e di rispetto del ruolo, oltre che delle persone, trascinando nel ridicono anche in Sindaco e l’intera Giunta che ci auguriamo prendano le distanze dalle sue reiterate dichiarazioni ai giornali e sui social network.

Se questo non avvenisse ci rivolgeremo direttamente al Sindaco perché revochi le deleghe all’assessore Calabrese e, stavolta non solo per 48 ore ma in modo permanente.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*