
I pini della Pineta di Ponte Felicino sit-in pacifico sabato prossimo
I pini della Pineta – Come comitato di cittadini e non di esperti del settore, vogliamo innanzitutto ringraziare l’assessore per l’ambiente e aree verdi , per averci dato l’opportunità di partecipare alla riunione fra esperti e associazioni tenutasi venerdì 24 febbraio e che avrà un seguito fra una decina di giorni.
In quell’ambito è stato ribadito più volte che l’intento era quello di farci toccare con mano, sul posto, le evidenze emerse dai vari rilievi e le varie perizie tecniche.
Indubbiamente, la pineta ha bisogno di cure, la cui mancanza nel tempo non e’ solo di questa amministrazione, ma viene da più lontano.
Come non tecnici però non ci hanno convinto le spiegazioni, anche se vagliate con strumenti ( solo su 6 alberi originariamente presunti sani) , sulla pericolosità in toto della pineta.
E’ vero, ci sono alberi in forte pendenza per cui forse saranno necessarie delle decisioni drastiche, ma il resto della pineta ci sembra in buono stato, salvo la necessità di un diradamento selettivo e l’eliminazione dei rami secchi o malati. Emblematico e suggestivo e’ l’esempio riferito, dei buchi abbandonati dal picchio ad altezza di 1-2 metri dalla base del tronco che testimoniano l’assenza di larve e quindi l’assenza di infradiciamento della corteccia.
Quello che assolutamente non comprendiamo e’ il perché non si possano sostituire o ripiantare nuovamente dei pini domestici.
La spiegazione informale sul fatto che fra 30-50anni ci si ritroverebbe nelle stesse condizioni di oggi, non ci sembra reggere , così come il fatto che il terreno non sia drenante.
Noi siamo per lasciare la gran parte dei pini, sostituendo eventualmente con altri pini domestici, via via quelli che si dovessero ammalare o rendersi pericolosi. Ovviamente i nuovi pini piantati dovranno essere monitorati e avere quelle cure che gli altri non hanno da tempo più avuto.
Ci lascerebbe invece perplessi la sostituzione, via via con piante autoctone. Ripetiamo, non siamo dei tecnici , ma e’ esperienza comune l’osservazione che il suolo di una pineta è nudo (o, al più, con una modesta copertura erbacea), sebbene l’entità dell’ombreggiamento non sia tale da precludere la crescita di altre piante. Leggiamo, di solito, che ciò non sia un caso, ma il risultato dell’inibizione della crescita di piante di altre specie ad opera di sostanze chimiche rilasciate dagli aghi caduti a terra.
In altre parole, il pino fa ‘terra bruciata’ al di sotto della sua chioma, consentendo la crescita solo di altre conifere, qualora vengano a crearsi condizioni di luminosità sufficienti.
Quindi, l’eventualità della sostituzione dei pini con piante autoctone , ci fa presagire che debba avvenire con un grosso sacrificio quale la scomparsa totale della pineta.
Un appunto a latere, sugli effetti benefici della pineta: gia’ nel 1956 fu dimostrato che nelle foreste di conifere l’aria era quasi sterile grazie a sostanze ad attività antibiotica (fitoncidi) emanati dagli aghi. Sempre queste sostanze sono in grado di ridurre, anche in maniera significativa, stati di ansia, stress e depressione.
Concludendo, la pineta e’ ormai un fattore identitario di questa area e perché no, affettivo per tutta la popolazione.
NOI MANIFESTEREMO CON UN SIT-IN PACIFICO PER SOLLECITARE
GLI AMMINISTRATORI a trovare una soluzione mediata fra il tecnicismo e i bisogni e le emozioni dei cittadini.
LA PINETA DI PONTE FELCINO DEVE ESSERE CURATA E RIMANERE TALE!
Venerdì 24 febbraio l’amministrazione comunale ha promosso un incontro presso la Pineta di Ponte Felcino per fare il punto sulle criticità di questa area situata lungo il percorso verde del fiume Tevere. Erano presenti l’assessore all’ambiente, Otello Numerini, il dirigente dell’Unità operativa Ambiente ed Energia, Vincenzo Tintori, il consigliere comunale Gino Puletti, esponenti dell’Università degli studi di Perugia, rappresentanti di associazioni e comitati. Hanno partecipato anche esponenti del gruppo di progettazione per la riqualificazione della pineta di Ponte Felcino, del Bosco didattico e dell’area verde di Ponte Valleceppi.
Nel corso del sopralluogo, gli esponenti dell’ateneo perugino hanno illustrato gli esiti di studi e analisi sullo stato delle alberature. L’accesso alla Pineta lo scorso ottobre era stato interdetto con un’ordinanza proprio a causa della caduta di alcune piante. Tutti i partecipanti hanno concordato che è necessario trovare una soluzione dettata da principi di buon senso e ragionevolezza, conciliando le condizioni di necessaria sicurezza con gli aspetti ecologici e della salvaguardia del paesaggio.
Il sopralluogo si è concluso con l’impegno dell’amministrazione a svolgere ulteriori approfondimenti utili a una prima ipotesi progettuale e di organizzare a breve un nuovo incontro. Anche le associazioni, a loro volta, si sono impegnate a presentare proposte.
La volontà condivisa resta quella di condurre tutti gli approfondimenti tecnici necessari, con l’apporto anche delle conoscenze e competenze del mondo accademico, per verificare metodologie e interventi finalizzati alla fruizione in sicurezza della pineta, in considerazione della sua valenza storica e sociale, del senso di appartenenza e di identificazione espresso dalla popolazione locale e dell’importanza paesaggistica e faunistica dell’area.
la Pineta ci è stata donata dai Bonucci, come scritto localmente! E i doni si dovrebbero tenere bene con gratutudine. Invece da molto tempo la parola tutela e manutenzione del patrimonio naturalistico e culturale è bandito dai programmi dell’amministrazione comunale. Condivido pertanto ogni iniziativa per la sua salvezza
sono pienamente d’accordo e come per questo vale per tutte le strutture esistenti che potrebbero essere mantenute in vita con manutenzioni e bonifiche senza aspettare che diventino irrecuperabili per poi stravolgere con nuove costruzioni che non rispecchiano le aspettative e le tradizioni popolari…..