“Tra i tanti temi che suscitano preoccupazione, come il rallentamento della crescita, la crisi demografica, il ritorno della guerra, le incognite sul welfare, si conferma la crescente tendenza delle nuove generazioni ad inseguire la propria fortuna altrove. Il Censis – prosegue Porzi – ci dice che sono oltre 36mila i giovani italiani tra i 18 e i 34 anni che nell’ultimo anno sono fuggiti all’estero, in cerca di condizioni di lavoro che consentano loro di vivere dignitosamente e in autonomia. E ci dice anche che questo drenaggio di competenze si è tradotto anche in un aumento significativo del peso dei laureati sulle partenze, passato dal 33% del 2018 al 45% del 2021”.
“In questi numeri – continua Porzi – è implicita la risposta ad un Paese statico, che impoverisce la società e l’economia, che si sta depauperando delle sue risorse più fresche e promettenti nell’incapacità di pensare ed attuare politiche strutturali in grado di trattenerle. Mi sembra, questo, un punto prioritario sul quale anche gli amministratori della nostra Regione hanno il dovere di riflettere con attenzione. Soprattutto in questa fase di elaborazione del Documento di Economia e Finanza Regionale (Defr), il principale strumento di programmazione economico-finanziaria a disposizione del Governo regionale per cogliere al meglio le opportunità offerte dalla politica di coesione 2021-2027 e dalle ingenti risorse del Pnrr”.
“Abbiamo un’occasione storica – conclude Porzi – per disegnare la sostenibilità dello sviluppo futuro in Europa, nel Paese, nelle Regioni e nei Comuni. Un processo complesso che richiede un sempre maggiore coinvolgimento dei cittadini, con particolare attenzione ai giovani, che ne sono i maggiori protagonisti, e alle loro esigenze. Forse così riusciremo a combattere non solo la fuga dei cervelli dai nostri territori, ma anche la crescente disaffezione alla politica che da troppi anni, alle urne, decreta la vittoria del partito del non voto”.
La perdita più preoccupante sono i giovani laureati che sono costati al nostro Paese un’ingente quantità di risorse. Giovani che abbiamo formato nei nostri Atenei e che vanno poi in altri Paesi a mettere a disposizione le loro conoscenze acquisite nelle nostre Università. Purtroppo, sono poi i laureati migliori ad andarsene, alcuni dei quali con il Dottorato. Ogni anno di studi universitari costa alla collettività (famiglia + Stato) circa € 10.000 per un fuori sede, senza poi considerare i costi degli anni precedenti (dalla scuola elementare alla licenza della scuola superiore).