
Morte Domenico Pelagatti, legale Berellini chiede restituzione salma per funerali. Una tragica fatalità, una disgrazia, un incidente. Domenico Pelagatti è caduto in quel pozzetto, molto probabilmente per recuperare qualcosa finita dentro. E’ questa l’ipotesi più accreditata dagli investigatori, dopo l’esecuzione dell’autopsia avvenuta domenica mattina. L’esame necroscopico, effettuato dall’anatomopatologo, Gualtiero Gualtieri – consulente di parte il dottor Sergio Scalise – è terminato alle 11,30.
La ricognizione cadaverica sembra che non abbia attestato violenze di alcun genere, da parte di altre persone. “Nessuna, ferita, nessun trauma e nessuna frattura – ha comunicato il legale della famiglia Giuseppe Berellini”. Per altro sul corpo di Pelagatti sarebbe stata effettuata anche una radiografia per verificare eventuali traumi interni.
L’imprenditore di Bastia Umbra è morto, quindi, per asfissia da annegamento. Questo, dunque, quanto emergerebbe dall’esito dell’esame autoptico. “Adesso – ha aggiunto l’avvocato Giuseppe Berellini – si dovranno aspettare gli esami tossicologici per capire se ci sia stata una eventuale somministrazione di farmaci o di altre sostanze. Ieri – ha aggiunto l’avvocato – abbiamo fatto un sopralluogo con i nostri investigatori (agenzia di Fabrizio Tiberi) e non abbiamo trovato anomalie particolari nelle vicinanze del posto”.

Il luogo dove è stato trovato il cadavere è sottoposto, ieri, a sequestro preventivo con un avviso disposto dal Pubblico Ministero e l’esecuzione da parte dei Carabinieri. “Domenico non era una persona avventurosa – ha spiegato ancora il legale – non rischiava mai, era un uomo molto cauto, qualsiasi cosa ci fosse da sistemare era abituato a dare disposizioni, piuttosto che farle lui stesso”.
Il ritrovamento del cadavere infilato in un pozzetto aveva fatto, in un primo momento, pensare ad un omicidio. Ipotesi che, appena usciti dall’area di via del Pallareto a valle del Colle di Assisi, gli stessi investigatori avevano smentito. Il tombino, dove è stato ritrovato il corpo (a testa in giù), è di 40 cm per 40 cm e dà accesso ad una cisterna. Da lì i vigili del fuoco, quando hanno recuperato il cadavere che era completamente immerso – sporgevano solo le caviglie -, avrebbero tolto circa 500 litri di acqua e melma.
“Abbiamo fatto richiesta di restituzione della salma alla famiglia – dice ancora l’avvocato -, e chiesto il nullaosta da parte del procuratore della Repubblica. Questo affinché i familiari possano fare il funerale del loro caro. Il corpo – annota il legale – credo non possa dare ulteriori contributi”.
Nel frattempo la Procura della Repubblica di Perugia, che sul luogo del ritrovamento era rappresentata dal Sostituto, Valentina Manuali, ha aperto una fascicolo per omicidio. Certo i dubbi, su come abbia fatto un corpo di un essere umano adulto a infilarsi in un tombino così stretto restano tutti, ma le prove sono prove e, eccezion fatta per alcune escoriazioni di poco conto su una gamba e una sulla testa, il corpo di Pelagatti non avrebbe altri segni. Né, come detto, all’esame radiologico sembra siano emersi traumi interni che possano lasciar pensare ad un pestaggio effettuato da “professionisti”.
Commenta per primo