
La pineta di Ponte Felcino non si tocca, deve essere curata e rimanere tale
La pineta di Ponte Felcino deve essere curata e rimanere tale e non sostituire i pini domestici con piante autoctone. E’ questo il motivo che ha spinto un comitato di cittadini e non di esperti del settore, a manifestare nel pomeriggio di sabato.
“La pineta non è pericolosa – hanno detto durante il sit-in – ha bisogno di cure, la cui mancanza nel tempo non è solo dell’amministrazione Romizi
Il maltempo dello scorso inverno ha portato alla chiusura della pineta, in seguito alla caduta di qualche ramo e un pioppo, ma questo non vuol dire che tutti alberi siano un pericolo pubblico.
“Il Comune da allora ha incaricato l’Università per vedere di poter risolvere il problema della manutenzione della pineta – ha spiegato Alvaro Lanfaloni del Comitato Ginkgo Biloba PERUGIA -. Perizie e rilievi effettuati da esperti del settore spingerebbero ad una soluzione drastica e cioè quella sostituzione via via con piante autoctone”.
Il gruppo di cittadini ringrazia l’assessore Otello Numerini (Ambiente e aree verdi), per aver dato loro l’opportunità di partecipare alla riunione dello scorso 24 febbraio fra esperti e associazioni. In quell’ambito sono state messi in evidenza i risultati emersi dai vari rilievi e perizie tecniche effettuate.
“Come non tecnici però – insiste Lanfaloni – non ci hanno convinto le spiegazioni. Per gli alberi in forte pendenza forse saranno necessari delle decisioni drastiche, ma il resto della pineta ci sembra in buono stato, salvo la necessità di un diradamento selettivo e l’eliminazione dei rami secchi o malati. Quell
E per finire: “La pineta è ormai un fattore identitario di questa area e perché no, affettivo per tutta la popolazione”.
gli alberi che già sono grandi vanno curati e salvaguardati se in buono stato,sono il nostro polmone,anche se sostituiti ci vuole troppo tempo prima che crescano (se non si seccano prima come è già successo da altre parti)quindi vanno protetti e non tagliati.
Concordo con il comitato che la pineta rappresenta per la cittadinanza dei due ponti e non solo, una zona ricreativa, identitaria ed affetiva ma anche un punto di ritrovo per tutte le generazioni svolgendo così un importante ruolo sociale. Non vedo come la sostituzione di alcuni esemplari pericolanti con altri alberi autoctoni, quindi più sicuri possa in qualche modo alterare la funzione del luogo. La sicurezza non può e non deve prescindere da ruoli puramente dociali o affettivi.
concordo con il comitato è l’incuria umana che ha peggiorato negli anni lo stato di salute dei pini secolari ,ero una ragazzina ho quasi sessanta anni,la pineta è l’emblema della mia generazione e ancora prima dei miei nonni ,salvare il salvabile e null’altro in sostituzione tutto è possibile …la linfa vitale di un paese e la storia di esso non si può eliminare