
Rifiuti e inceneritore, non è vero che nel Recovery Plan ci sarà nuovo impianto
Rifiuti: “Notizie prive di fondamento inserimento nel Recovery Plan di un nuovo inceneritore a Terni e tre impianti di produzione di Css in Umbria” – Nota di Carissimi (Lega) Il consigliere regionale Daniele Carissimi (Lega-responsabile del dipartimento Ambiente del Gruppo regionale) esprime “grande sorpresa ed incredulità rispetto alle dichiarazioni apparse sulla stampa in questi giorni aventi ad oggetto la presunta richiesta al Governo di inserire tra i progetti del Recovery Plan la costruzione di un nuovo inceneritore a Terni (addirittura il ‘quarto’ nonostante ve ne sia solo uno) e di tre impianti di produzione di CSS in Umbria”.
“Riguardo un nuovo inceneritore a Terni – scrive Carissimi in una nota -, quelle lette sono illazioni del tutto prive di fondamento, in quanto l’Assessore regionale alle Politiche ambientali, Roberto Morroni, proprio in questo periodo, si sta occupando della redazione del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti che dovrà prevedere il fabbisogno impiantistico, per il quale, peraltro, è stato istituito un apposito Comitato scientifico chiamato a ricercare le soluzioni più idonee inerenti la gestione del ciclo dei rifiuti, nel rispetto della salute dei cittadini e dell’ambiente”.
Secondo Carissimi “è quindi tempo di abbandonare una volta per tutte questo modo di fare politica, fondato sulla cultura del sospetto e volto solamente a creare allarmismo sociale ingiustificato e diffondere notizie destituite di qualsiasi fondamento. Molto più utile per tutti – prosegue – sarebbe invece contribuire alla divulgazione di informazioni corrette e veritiere che consentano all’opinione pubblica di avere gli elementi per valutare le scelte politiche che vengono compiute sul territorio”.
“Singolare che un impianto di essiccazione dei fanghi, di cui i Gestori degli impianti di depurazione avvertono l’urgente necessità (la cui gestione rimane un problema attuale e irrisolto) che, è noto, tratta fanghi composti da circa l’80 per cento di acqua nel loro contenuto (e quindi piuttosto inadeguato ad essere termovalorizzato) sia confuso con un termovalorizzatore verso il quale non occorre comunque oltremodo demonizzare l’esistenza ove fosse dimostrata la necessità rispetto alla produzione dei rifiuti umbri”.
“È ora di finirla con questo complottismo – conclude Carissimi – in cui si vuole far credere che le istituzioni sono nemiche muovendosi nell’ombra a danno dei cittadini, ma occorre invece informarsi, studiare i traguardi tecnologici cui ci porta il progresso e avere il coraggio di scegliere per superare i problemi”
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