
21 marzo: la memoria delle vittime di mafia attraversa l’Umbria
21 marzo: la memoria delle vittime di mafia attraversa l’Umbria
Itinerario di Libera tra vie e piazze intitolate ai martiri civili. C’è un nuovo nome nell’elenco, una cittadina della nostra regione: Barbara Corvi
Sarà un vero e proprio “itinerario virtuale della memoria” quello che l’associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie, organizzerà sabato 20 marzo, alla vigilia della 26esima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie per la quale lo slogan quest’anno è: “A ricordare e riveder le stelle”.
Nella mattina di sabato, dalle ore 10.30, in tanti luoghi della nostra regione – strade, vie, piazze, etc – intitolati alle vittime innocenti delle mafie, piccoli gruppi di volontarie e volontari dell’associazione Libera Umbria, collegati tra loro virtualmente in una diretta Facebook sulla pagina dell’associazione, porteranno un fiore e una testimonianza.
“Libera ha fatto questa scelta importante e impegnativa – spiega Walter Cardinali, presidente dell’associazione in Umbria – inserire Barbara, sparita da oltre undici anni, nel nostro elenco di quasi mille nomi che leggeremo anche quest’anno insieme, per rinnovare memoria e impegno. E qui in Umbria il nome di Barbara lo pronunceremo in ogni luogo e continueremo a pronunciarlo in ogni occasione, per chiedere verità e giustizia”.
Nel pomeriggio di sabato e poi domenica 21 marzo le iniziative non si fermeranno: a Perugia la facciata di Palazzo dei Priori diventerà un grande “schermo della memoria”, sul quale verranno proiettati tutti i nomi delle vittime innocenti. Il pomeriggio di sabato, è convocato il consiglio comunale dei giovani del Comune di Passignano sul Trasimeno, in cui si farà memoria delle oltre cento vittime tra ragazzi e ragazze e contemporaneamente un altoparlante sul lungolago scandirà i nomi delle vittime.
“Leggere i nomi delle vittime, scandirli con cura – spiega Libera – è un modo per far rivivere quegli uomini e quelle donne, bambini e bambine, per non far morire le idee testimoniate, l’esempio di chi ha combattuto le mafie a viso aperto e non ha ceduto alle minacce e ai ricatti che gli imponevano di derogare dal proprio dovere professionale e civile, ma anche le vite di chi, suo malgrado, si è ritrovato nella traiettoria di una pallottola o vittima di potenti esplosivi diretti ad altri.
Storie pulsanti di vita, di passioni, di sacrifici, di amore per il bene comune e di affermazione di diritti e di libertà negate”.
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