Neurologo Strambi, ‘sonno super cura, da demenze a ipertensione’
Sonno come super terapia, scudo ‘ad ampio raggio’ per la nostra salute. Dall’ipertensione al diabete, dalle infezioni al rischio demenza, “oggi abbiamo tantissime evidenze di come il sonno sia utile a tenere a bada moltissimi processi che determinano malattia”. Il riposo notturno “va quindi considerato come una medicina preventiva a breve e lungo termine “, spiega all’Adnkronos Salute Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di medicina del sonno dell’Irccs San Raffaele di Milano, alla vigilia della Giornata mondiale dedicata a questa importante funzione fisiologica.
“Oggi – sottolinea il neurologo – le nostre conoscenze sugli effetti positivi del sonno sono triplicate rispetto agli ultimi anni. Abbiamo chiaro l’aumentato rischio di ipertensione in chi non dorme. Anche il rapporto tra buon sonno e buona risposta immunitaria è un elemento assodato, così come il fatto che il buon riposo notturno sia implicato nelle prestazioni cognitive e della memoria. Per non parlare poi dell’aumentato rischio di diabete o di sviluppare una demenza. In quest’ultimo caso, sappiamo ormai che durante il sonno funziona bene il sistema glinfatico, il sistema ‘spazino’ che pulisce il cervello da tutti i residui negativi, le proteine ‘cattive’ e i prodotti di scarto del cervello tra cui la beta-amiloide che si accumula quando non si dorme bene, facendo crescere i rischi di sviluppare demenze”.
Insomma, “se tutti noi sappiamo quali sono le conseguenze di una notte insonne – evidenzia l’esperto – oggi la scienza ci avverte anche che continue notti di cattiva qualità portano a conseguenze negative sulla nostra salute a medio e lungo termine”.
‘Per difenderlo no chat la sera e niente discussioni a cena’
A fronte di tutto questo, “dobbiamo seriamente considerare l’importanza di seguire i classici principi di igiene del sonno, che tutti conosciamo ma che fatichiamo a seguire: per esempio quello di non usare i telefoni e gli apparecchi elettronici in serata, quando sappiamo che questa abitudine ci porta a un sonno più leggero, frammentato, con difficoltà di addormentamento”, ricorda Ferini Strambi. Importante, raccomanda, “anche evitare le discussioni serali che accendono i centri della veglia che poi si spegneranno più a fatica. E fare sempre attenzione ai fattori ambientali della nostra camera da letto, dalla temperatura ai rumori, che possono influire sulla qualità del riposo”.
Quando però non bastano più le buone abitudini, “anche sul fronte dei farmaci abbiamo nuove armi, come i medicinali che agiscono sui recettori dell’orexina, che spengono i centri della veglia: un approccio completamente diverso dai farmaci precedenti – rimarca il neurologo – che consente di avere un sonno più fisiologico”.
(Ram/Adnkronos Salute)
Spero si riesca veramente a sensibilizzare ovunque la popolazione e ancora di piu” le strutture ospedaliere. Ho creato un Servizio di Medicina del Sonno all Ospedale Regionale delle Marche che viene molto apprezzato dai pazienti. Ho il contratto in scadenza il 30 aprile pv, ad oggi non so nulla del mio destino e di conseguenza di quello di tutti i pz che seguo da anni, data l” importanza del sonno ad ampio spettro non mi sembra affatto etico( unica esperta neurologa nel mio Ospedale)