Macchina cuore-polmone, Mirandola in pole per sviluppo e produzione

La stazione di controllo è stata concepita nel polo modenese che produce alcune parti importanti del sistema per quasi tutto il mondo

Macchina cuore-polmone, Mirandola in pole per sviluppo e produzione

Macchina cuore-polmone, Mirandola in pole per sviluppo e produzione 

Macchina cuore-polmone – E’ un carrello con due monitor simili a una plancia di comando, tubi, pompe, un cassettino in basso e una specie di apparecchio cilindrico alla sua sinistra. Si presenta così la nuova macchina cuore-polmone hi-tech creata da LivaNova, un sistema di perfusione di ultima generazione pensato su misura per la cardiochirurgia. Il ruolo di queste macchine è ‘vitale’ in sala operatoria, perché per un periodo di tempo fino a 6 ore diventano il ‘battito’ e il ‘respiro’ del paziente sottoposto a un intervento a cuore aperto, regolano il pompaggio del sangue. E in questo insieme di hardware e software salvavita c’è un pezzo d’Italia. Lo ha spiegato oggi l’azienda, presentando in un meeting a Malpensa il suo sistema di ultima generazione, battezzato ‘Essenz* Perfusion System’: la ‘stazione di controllo’, quello che è il software del sistema, il suo ‘cervello’, è stato infatti concepito nel centro di ricerca e sviluppo dell’azienda a Mirandola.

Nel distretto del biomedicale in provincia di Modena, rinato più forte dopo il terremoto del 2012, si concentra anche un pezzo significativo della produzione: sia gli ossigenatori – lo strumento che di fatto sostituisce il polmone del paziente – sia il cosiddetto Perfusion Tubing System, sono fabbricati nel polo italiano per quasi tutto il mondo (tranne l’Australia dove c’è in loco un sito di produzione, mentre ad Arvada, il polo che serve il Nord America, vengono inviati semilavorati), spiega Marco Dolci, President, Cardiopulmonary & Executive Officer. Il polo di Monaco, che ha ‘disegnato’ la parte hardware, ha un altro pezzo di produzione. Su quest’asse italo-tedesca “nasce il prodotto, che viene assemblato a Monaco”.

Il sito italiano di LivaNova – il più grande all’interno del distretto biomedicale del Modenese – conta oltre mille dipendenti, di cui 800 concentrati sulla produzione, 70% di popolazione femminile, un fatturato per la fabbrica pari a “250 milioni” e un indotto a livello italiano di circa 30 milioni. “Qui noi produciamo circa 500mila ossigenatori all’anno”, sottolinea Dolci, illustrando alcuni numeri. L’idea ora è di “aumentare la capacità” di questo sito che già si estende per 100mila metri quadrati. “Nel 2022 abbiamo incrementato del 10% il personale – riferisce – parallelamente anche la domanda è cresciuta, e abbiamo in programma di aumentare spazi e linee produttive”.

Oggi a livello globale, “su 10 macchine cuore-polmone, 7 sono LivaNova”, prosegue Dolci. Per il nuovo sistema Essenz si è arrivati all’avvio della distribuzione commerciale limitata in Europa. La ‘release’ è stata avviata in alcuni centri europei selezionati, dopo i risultati dell’esperienza clinica in due dei principali centri: il Policlinico San Donato di Milano, primo ospedale a usare il sistema per un caso pediatrico, e il Catharina Hospital di Eindhoven in Olanda. Negli Usa il sistema è in attesa di approvazione dalla Fda. LivaNova fattura a livello mondiale “1 miliardo di dollari”. L’azienda, quotata al Nasdaq, ha all’incirca 3mila dipendenti. “E il 49% del suo fatturato è della divisione Cardiopolmonare, che rappresenta oltre il 50% in termini di personale – spiega ancora Dolci – Abbiamo una presenza in più di 100 Paesi” e “50 anni di evoluzione” alle spalle.

Oggi LivaNova a livello mondiale conta circa 7mila macchine cuore-polmone installate, della versione precedente all’ultima protagonista della presentazione di oggi. “In Italia ne abbiamo circa 250. Dopo 18 anni lanciamo la nuova generazione, sviluppata con il coinvolgimento di più di 300 perfusionisti”, afferma Emiliano Bonetti, Director, International Marketing. Finita la distribuzione commerciale limitata, aggiunge Dolci, “a marzo dovremmo entrare su tutto il mercato italiano ed europeo”.

Nei Paesi occidentali una buona parte delle nuove macchine troveranno una collocazione come sostitute della vecchia flotta, evidenzia Bonetti. Oggi la macchina più ‘anziana’ in circolazione è del 2005, la più giovane è del 2021. “E poi ci sono una serie di mercati emergenti che si stanno aprendo e dove si tratta di fare nuove istallazioni, e da questo punto di vista i mercati che stanno crescendo maggiormente sono i Paesi dell’Asia-Pacifico. L’azienda – chiarisce Bonetti – continuerà per un certo periodo a produrre entrambi i modelli di macchine”, per un totale di circa 950 macchine l’anno.

(Lus/Adnkronos Salute)

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