Aumentano i ricoverati Covid in Umbria, ma trend in discesa

Covid Umbria, da analisi Gimbe dati positivi, un ricoverato in meno nelle intensive

Aumentano i ricoverati Covid in Umbria, ma trend in discesa

Aumentano i ricoverati Covid in Umbria: +23 nell’ultimo giorno. Lo riporta il sito internet della Regione Umbria alla data del 22 marzo 2021. I nuovo contagi sono 71 e si registra un calo di attuali positivi che da 5.516 scendono a 5.403 (-113). In numero dei guariti è di 180 ( e ancora vengo registrati dei morti: 4 nelle ultime 24 ore. I ricoverati totali, come detto, salgono a 461, mentre quelli in terapia intensiva aumentano di uno (73). I tamponi molecolari effettuati, come ogni lunedì sono pochi, 532, mentre i test antigenici analizzati sono di più 834.

Secondo l’epidemiologa Stefania Salmaso, che ha commentato le analisi dell’Associazione italiana di epidemiologia elaborate quotidianamente, buone notizie si prospettano comunque per le Regioni che hanno adottato per prime le misure più restrittive. L’RDt (che misura la crescita del numero di nuovi casi, indipendentemente dal quadro clinico) sotto l’1 prospetta un calo dei nuovi positivi in Umbria insieme ad Abruzzo, Campania, Lombardia, Marche, Emilia Romagna, Molise e province autonome di Bolzano e Trento.

La Regione, sul fronte dei vaccini, ha annunciato l’avvio delle prenotazioni per la vaccinazione anti Covid-19 per tutti i cittadini della classe 1941, compresi coloro che non hanno ancora compiuto gli 80 anni di età. Può essere fatta tramite il portale regionale vaccinocovid.regione.umbria.it o in farmacia. Sarà possibile ricevere la somministrazione, con il vaccino Pfizer, già nei prossimi giorni. Per gli ultraottantenni che hanno già fissato un appuntamento per il mese di maggio rimane attiva la possibilità di anticipare la prenotazione ad aprile.

Mi aspetto un miglioramento dalla settimana prossima – dice Edoardo De Robertis, primario di Rianimazione 2 dell’ospedale di Perugia intervistato dal Corriere dell’Umbria – l’importante è che i degenti non aumentino, e che il delta, anche se lentamente, sia in favore delle uscite”. E riferendosi all’età media dice: “L’età media dei nostri pazienti si è abbassata, abbiamo anche 50enni e 40enni, non necessariamente sempre con patologie pregresse e per niente affatto invalidanti, quindi lo scenario con questa ultima ondata è cambiato”.

Secondo i Dati Agenas, media nazionale occupazione posti letto pazienti Covid al 38%, situazione peggiore nelle Marche al 61%. Continua a crescere di giorno in giorno la pressione sui reparti di terapia intensiva in Italia. La percentuale media nazionale di occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid nelle rianimazioni continua a salire, raggiungendo il 38% (per 4 giorni erano state stabili al 37%), ben oltre la soglia critica fissata al 30% dal ministero della Salute, come certificano gli ultimi dati dell’Agenzia per i servizi sanitari (Agenas), aggiornati a ieri sera. Nel dettaglio, sono 12 le Regioni e Province autonome che ‘sforano’ oltremodo il livello critico, con percentuali in costante ascesa per molte: la situazione peggiore è quella delle Marche al 61%, seguite dalla Provincia autonoma di Trento (58%), e dalla Lombardia al 57%. E ancora, molto sopra soglia: Piemonte (55%), Emilia Romagna e Umbria (52%), Friuli Venezia Giulia (46%), Molise e Toscana (41%), Abruzzo (40%), Puglia (37%), Lazio (34%). Proprio sopra soglia, al 30%, invece la Provincia autonoma di Bolzano, mentre le altre Regioni sono tutte sotto il livello critico.

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