Ricandidatura Casini lista PD Bologna, comprensibili proteste social

Quasi tutte veritiere e alcune esilaranti, divertenti da leggere

Costruiamo alternativa a centrodestra, Amministrative, convocazione permanente Coalizione

Comprensibili proteste social per ricandidatura di Casini lista PD Bologna

di Gianni Porzi
Stando a quanto riportato nell’articolo di Antonio Amorosi(*) sul quotidiano online “Affari Italiani” la ricandidatura di Casini ha innescato una valanga di proteste nei social, quasi tutte veritiere e alcune esilaranti (divertenti da leggere). «Dai tempi di Romano Prodi – scrive Amorosi i vertici del Pd sono occupati da ex democristiani, votati comunque a mani basse dai militanti degli ex Ds, Pds, Pci, che forse non vedono una grande differenza fra la propria storia e quella degli ex Dc. E’ la stessa provenienza di Matteo Renzi, Enrico Letta, Dario Franceschini, tra i tanti. Perché allora indignarsi sulla candidatura di Pierfurby?»

D’altra parte, giustamente, hanno ingoiato tanti rospi che uno più o uno meno non fa differenza. Pierfurby non solo è in Parlamento da ben 39 anni, ma è passato da un Partito all’altro (l’elenco sarebbe lungo, ma i più attenti ricorderanno i numerosi cambi di casacca) e, se la “biologia” glielo permettesse, non escluderei che sarebbe disposto a ripercorrere la stessa sequenza in senso inverso.E’ solo una questione di tempo perché dovrebbe vivere ben oltre i 100 anni. Comunque attenzione perché sembra che a lui nulla sia impossibile.

Tra i numerosissimi commenti ironici, e comici, comparsi nei social, ce n’è uno, e cioè “Che schifezza… ma tanto i bolognesi lo votano lo stesso” che invece è smentito da quanto accadde 23 anni fa.

Almeno in quella occasione i bolognesi di sinistra si ribellarono alla Direzione nazionale dei DS (Partito succeduto l’anno prima al PDS, succeduto a sua volta al PCI). Nel 1999, infatti, Guazzaloca (sostenuto dall’allora giovane Casini) vinse le elezioni comunali a Bologna grazie a quei bolognesi (prevalentemente i giovani ndr) che non andarono a votare per protesta perché la candidata ufficiale dei DS, Silvia Bartolini, fu imposta (paracadutata, come suol dirsi oggi) da Roma senza aver consultato le sezioni locali DS. Almeno in quella occasione non accettarono passivamente le decisioni della Direzione nazionale romana, dimostrando di non essere disposti a piegare la testa.

Spero che questo si verifichi nuovamente con Casini che Letta, d’imperio, ha ricandidato a Bologna dando per scontato che tanto i bolognesi di sinistra votano ciò che viene loro imposto da Roma.

Nulla invece va dato per scontato.Il Nipote del grande giornalista Gianni Letta, e lo stesso Casini, si ricordino cosa accadde nel 1999. Mi auguro che i bolognesi di sinistra non vadano a votare col naso tappato in modo che a Casini e a Letta non riesca la squallida operazione di riciclaggio. Salvo coloro per i quali prevale ancora il richiamo della foresta, i bolognesi di sinistra più riflessivi non credo possano rivotare Casini. C’è un limite a tutto. Errare humanum est perseverare diabolicum.

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