
Stupro alla piscina, proseguono le indagini della squadra mobile
Le indagini sulla presunta violenza sessuale di gruppo, denunciata da due ragazze di Fabriano, continuano ad essere focalizzate sui telefoni e sul traffico telefonico e di dati, con l’obiettivo di fornire riscontri oggettivi al racconto delle presunte vittime.
Le due ragazze, di 20 e 24 anni, erano giunte a Perugia per incontrare degli amici, con cui avevano organizzato una gita fuori porta tramite una piattaforma messaggistica. Gli investigatori della squadra mobile hanno già identificato i componenti del gruppo, ma ora stanno cercando di attribuire le singole responsabilità, poiché l’aggressione sessuale a cui sarebbero state sottoposte avrebbe avuto momenti distinti e modalità differenti.
Secondo i racconti delle ragazze, la più grande delle due sarebbe stata oggetto di palpeggiamenti e molestie. L’altra, invece, si sarebbe addormentata nel tragitto tra Ponte Pattoli e Ponte San Giovanni, dove erano stati a cena con alcuni coetanei. Successivamente, la ragazza si sarebbe risvegliata nel prato intorno alla piscina di Ponte San Giovanni con due persone addosso, che avrebbero anche scattato dei selfie con lei priva di conoscenza, ma poi avrebbero rinunciato a pubblicarli.
Durante l’aggressione, la ventenne è riuscita a prendere il cellulare per chiedere aiuto alla polizia. Le ragazze dovevano essere accompagnate alla stazione dagli amici di Perugia, ma invece sarebbero state trattenute. Quando i presunti aggressori hanno capito che le forze dell’ordine stavano per arrivare, due di loro si sono dati alla fuga senza dire una parola, come se si fossero intesi senza bisogno di spiegazioni.
All’arrivo della polizia, gli agenti hanno trovato solo le due ragazze. Le immagini delle telecamere di sicurezza della zona stanno fornendo ulteriori conferme alla ricostruzione fatta finora, aiutando gli investigatori a comprendere i movimenti del gruppo con le ragazze.
Le due giovani stanno affrontando l’incubo dell’accaduto con il supporto di specialisti. La 20enne, fortemente traumatizzata, ha dovuto lasciare il suo lavoro a causa del forte stato di stress e prostrazione in cui l’aggressione l’ha ridotta.
Ora si attendono gli esiti degli ulteriori accertamenti investigativi e i risultati delle analisi sui reperti biologici, che potrebbero fornire ulteriori elementi per accertare la verità su questa terribile vicenda.
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