Dipendente della Regione Umbria in vacanza con la legge 104 invece di assistere il padre malato
Una dipendente della Regione Umbria è finita sotto accusa per presunta truffa nell’uso dei giorni di congedo previsti dalla legge 104 per assistere un familiare malato. Secondo l’accusa, la donna avrebbe gestito in modo fraudolento questi giorni liberi, utilizzandoli per viaggiare in località di villeggiatura invece di prestare assistenza al parente malato. Lo scrive oggi il Messaggero dell’Umbria.
L’accusa si basa su un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza, che ha identificato numerosi giorni in cui la donna sarebbe stata in viaggio anziché assistere il familiare. Le località visitate includono località di mare come Sirolo, Ancona, Numana, Castiglione della Pescaia, Civitanova Marche, e Porto Sant’Elpidio, oltre a luoghi di interesse come San Quirico d’Orcia e Radicofani.
Secondo l’accusa, la donna avrebbe ottenuto ingiustamente indennità e retribuzione per i giorni di congedo non lavorativi, senza effettivamente fornire assistenza al suo familiare malato come richiesto dalla
. Inoltre, avrebbe mentito all’ufficio anagrafe del Comune di Perugia affermando che il parente malato si era trasferito nella sua residenza, quando in realtà ognuno viveva nella propria casa.La Regione si è costituita parte civile nell’ambito del processo e potrebbe richiedere il licenziamento della dipendente se venisse confermata la sua colpevolezza. Il processo avrà inizio e permetterà all’imputata di difendersi dalle accuse formulate nei suoi confronti.
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