(UJ.com) SPOLETO - Prossimi appuntamenti nel cartellone di Spoleto Estate 2008 sono lomaggio alle Sorelle Bandiera con la proiezione del documentario di Franco di Chiera Le Favolose Sorelle Bandiera e la compagnia del Balletto del Sud che presenta a Spoleto uno spettacolo ispirato alle musica e alle suggestioni dei Carmina Burana di Orff. Venerdì 8 agosto al Cinema Corso (ore 21, ingresso libero) verrà proiettato il film "Le favolose sorelle Bandiera" di Franco Di Chiera vincitore del miglior documentario al Roma Fiction Fest 2008. Negli anni 70 tre uomini vestiti da donna, Neil Hansen, Mauro Bronchi e Tito Leduc, con le voci in falsetto e i costumi colorati irrompono in tv. Le Sorelle Bandiera, questo è il nome del terzetto, diventano in breve tempo, grazie al brano Fatti più in là, sigla della trasmissione di Renzo Arbore LAltra Domenica, un vero e proprio fenomeno televisivo e di costume. Il documentario racconta lesaltante vicenda artistica e umana delleccentrico trio. Sarà presente alla proiezione uno dei protagonisti del terzetto, lo spoletino Mauro Bronchi. <br />Sabato 9 Agosto al Teatro Romano il Balletto del Sud presenta CARMINA BURANA con le coreografie di Fredy Franzutti e le scene di Francesco Palma ispirate alle musiche di Carl Orff. La rappresentazione ha per soggetto il traumatico passaggio dalla post-adolescenza alla maturità. Il coreografo Fredy Franzutti, oggi uno dei più noti e apprezzati nel panorama nazionale, ha come ispirazione quella originale del testo dei Carmina Burana: un gruppo di "Clerici Vagantes" prende coscienza che il mondo non funziona secondo le regole morali che sono state impartite loro; essi, investiti dallo spettacolo delle corruzioni, delle meschinità e delle ipocrisie della vita quotidiana, creano un gruppo che reagisce con il ribadire la necessità del comportamento secondo le regole della virtù, e che si tuffa, goliardicamente e sconsideratamente, a sperimentare la cinica libertà e la disincantata vita godereccia. Tale soggetto è reso spettacolo realizzando le idee e le immagini fantastiche di quei giovani. Il mito del gotico tenebroso, citato dalla popolare musica di Carl Orff, evocativo del male, nella sua forma più superstiziosa, ci riporta a rappresentazioni di società moralmente corrotte, che con spregiudicatezza resistono alla paura della punizione divina. Per maggiori informazioni sul programma, sugli spettacoli, sulla vendita dei biglietti è on line il sito ufficiale della manifestazione <a href="http://www.spoletoestate.com/">www.spoletoestate.com</a> (per contatti tel. 0743.225869). Che cosa i Carmina Burana - I carmina burana sono testi poetici contenuti in un importante manoscritto del XIII secolo, il Codex Latinus Monacensis, proveniente dal convento di Benediktbeuern (l'antica Bura Sancti Benedicti fondata attorno il 740 da San Bonifacio nei pressi di Bad Tölz in Baviera) e attualmente custodito nella Biblioteca Nazionale di Monaco di Baviera. Il termine Carmina Burana è stato introdotto dallo studioso Johann Andreas Schmeller nel 1847 in occasione della prima pubblicazione del manoscritto. Tale codice comprende 315 componimenti poetici su 112 fogli di pergamena decorati con miniature. Sembra che tutte le liriche dovessero essere destinate al canto, ma gli amanuensi autori di questo manoscritto non riportarono la musica di tutti i carmi, cosicché possiamo ricostruire l'andamento melodico solo di 47 di essi. Il codice è suddiviso in sezioni: Carmina moralia (1-55), argomento satirico e morale; Carmina veris et amoris (56-186), argomento amoroso; Carmina lusorum et potatorum (187-228), canti bacchici e conviviali; Carmina divina, argomento moralistico sacrale (questa parte fu probabilmente aggiunta all'inizio del secolo XIV). I testi (tutti in latino eccetto 47, scritti in alto tedesco) hanno argomento evidentemente molto diverso tra loro, e dimostrano la poliedricità della produzione goliardica. Se da un lato troviamo i ben noti inni bacchici, le canzoni d'amore ad alto contenuto erotico e le parodie blasfeme della liturgia, dall'altro emergono un moralistico rifiuto della ricchezza e la sferzante condanna alla curia romana, dedita solo alla ricerca del potere. Così recita il carme n. 10: La morte ormai regna sui prelati che non vogliono amministrare i sacramenti senza ottenere ricompense […] sono ladri e non apostoli, e distruggono la legge del Signore. Ancora il carme 11: Sulla terra in questi tempi il denaro è re assoluto. […] La venale curia papale ne è quanto mai golosa. Esso impera nelle celle degli abati e la folla dei priori, nelle loro cappe nere, inneggia solo a lui. Queste parole dimostrano chiaramente come gli autori di questi versi (i cosiddetti clerici vagantes) non fossero unicamente dediti al vizio, ma che si inserissero anche loro in quella corrente contraria alla mondanizzazione della Chiesa e alla conformazione monarchica del papato, ma al contempo fautrice di una ideologia progressista, lontana dalla clausura della vita monastica. D'altra parte la varietà di contenuti di questo manoscritto è anche indiscutibilmente ascrivibile al fatto che i vari carmina hanno autori differenti, ognuno con un proprio carattere, proprie inclinazioni e probabilmente propria ideologia, non trattandosi di un "movimento letterario" compatto ed omogeneo nel senso moderno del termine. I testi originali sono inframmezzati da notazioni morali e didattiche, come si usava nel primo Medioevo, e la varietà degli argomenti (specialmente religioso e amoroso ma anche profano e licenzioso) e delle lingue adottate, riassume le vicende degli autori, i clerici vagantes altrimenti detti goliardi (dal nome del mitico vescovo Golia) che usavano spostarsi tra le varie nascenti università europee assimilandone lo spirito più concreto e terreno.
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