Piano Laghetti Nazionale, risposta alla siccità e agricoltura
E’ tangibile la situazione di emergenza idrica che stiamo vivendo. Servono quindi risposte e progetti concreti. Lo ha ribadito l’Anbi (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) durante l’assemblea annuale di fronte a rappresentanti del Governo, ministri e presidenti dei consorzi italiani. Tutti, insieme verso una direzione comune, quella del “Piano Laghetti” che sta entrando nel vivo.
Si tratta di invasi multifunzionali, dislocati in zone collinari e in pianura, capaci di accumulare acqua nei mesi di pioggia e riversarla nei mesi di siccità su ettari di terreno. Opere ingenti, che non possono più attendere i tempi millenari della burocrazia per la loro realizzazione.
Per il presidente del Consorzio di Bonifica Tevere Nera, Massimo Manni “Occorre raddoppiare la capacità di stoccaggio dell’acqua ed ampliare i sistemi irrigui in tutto il territorio di nostra competenza. Su questo fronte, il piano laghetti ed i cinque progetti da 26 milioni di euro che abbiamo presentato nel PNRR devono essere la chiave di volta del futuro. Abbiamo già individuato, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia e il Politecnico di Milano, delle zone congrue per poter ospitare gli invasi nel Comune di Graffignano, Terni e Provincia”.
Il Consorzio ha presentato i suoi progetti ed investimenti per 35 milioni di euro anche in audizione alla III Commissione consiliare di Palazzo Spada. Infine ha ribadito l’urgenza di rinnovare le infrastrutture per il sistema di irrigazione che conta oggi più di 7mila ettari. Anche per le nuove condutture sono previsti investimenti sostanziosi, uniti alla realizzazione di invasi.
Il Consorzio di Bonifica Tevere Nera ha infine anticipato l’avvio dei suoi impianti di irrigazione a marzo. Ad oggi gli impianti dell’Ente vengono utilizzati dai contribuenti nei bacini del Nera, Tevere e Baschi.
“L’agricoltura – ribadisce il presidente Manni – non può aspettare. Il lavoro che siamo chiamati a svolgere come Ente è certamente lungo e gravoso ma deve portarci nella direzione di una economia agroalimentare autosufficiente e sostenibile. Dobbiamo intraprendere la stessa strada anche sul fronte della produzione di energia, evitando il consumo ininterrotto del suolo”.
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