
Indagine: Ansia e Covid: 41per cento degli umbri pensa allo psicologo
Attesa, voluta, e ora nel vivo, l’estate 2021 è l’occasione per allentare molte tensioni. Ma la pandemia ha lasciato importanti strascichi psicologici negli umbri. E ha aggiunto un carico da novanta su molte altre situazioni di ansia, stress e difficoltà personali, al punto che quasi uno su due (41%) guarda oltre e pensa che potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta per migliorare la condizione mentale e gestire certe situazioni complesse.
Lo evidenzia l’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare.
È l’ansia la prima ragione che porterebbe gli abitanti dell’Umbria dallo psicologo (37%), condizione in questo momento prioritaria rispetto a tutto il resto. Tra le altre esigenze, le situazioni di difficoltà per la salute dei propri cari (14%), gli aspetti caratteriali e della personalità (12%) e i problemi di coppia (10%).
Ma non è facile riconoscere di avere un bisogno di questo tipo, né lo è parlare di sé e aprirsi su certi argomenti: per molti, insomma, lo psicologo resta ancora un tabù. Questione, ammettono gli stessi umbri, di imbarazzo (25%) ma anche di poca sensibilità al tema (24%) e una certa tendenza a sottovalutare l’importanza della sfera mentale nella propria vita (20%).
Con l’aumentare dei bisogni, però, cresce anche la sensibilità a questi temi. Ben uno su quattro (27%) vorrebbe che fosse il datore di lavoro a mettere a disposizione lo psicologo come forma di welfare aziendale. Se è necessario un cambio culturale (39%) che aumenti ancora di più l’attenzione verso gli aspetti della vita mentale, molti vorrebbero anche una maggiore presenza di psicologi e psicoterapeuti in ospedali, cliniche e ambulatori (24%).
E c’è chi pensa che persino la tecnologia possa aiutare a superare certe barriere e incentivare il ricorso a questi professionisti grazie ai servizi di videoconsulto (10%), che si possono fare comodamente da remoto.
Ma in un caso o nell’altro, anche il portafoglio vuole la sua parte: per quasi un umbro su due è fondamentale poter contenere i costi della prestazione (43%), segue la relazione che si instaura col professionista (41%).
“La crescente attenzione al benessere mentale è un aspetto molto importante per la vita privata, sociale e lavorativa di ciascuno, e un trend probabilmente destinato ad aumentare ancora nel prossimo futuro” – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo. “A questa domanda è importante rispondere in modo adeguato. Per questo, nelle nostre soluzioni di welfare la possibilità di rivolgersi a uno psicologo per meglio gestire le più diverse situazioni è una componente assolutamente centrale. E in questo senso, di recente abbiamo lanciato una gamma di servizi salute flessibili e d’avanguardia che fa perno sul digitale e la tecnologia e dove il consulto psicologico completa una suite di soluzioni per molteplici casistiche legate alla propria salute e benessere, dalla consulenza medica telefonica di base ai videoconsulti specialistici a tanti altri servizi.”
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