Riforme in discussione: le preoccupazioni sul premierato e l’autonomia
A Terni si è svolto un importante convegno dal titolo “Dialogo sulle riforme: premierato e autonomia differenziata”, organizzato dalle Autonomie locali italiane (Ali) e dal movimento Tempi Nuovi – Popolari Uniti. L’evento ha fornito un’occasione di riflessione e approfondimento su due questioni fondamentali per il futuro del Paese, generando un acceso dibattito sulle modalità con cui il Governo sta affrontando queste riforme.
L’atmosfera del convegno era caratterizzata da una critica aperta nei confronti del Governo nazionale, accusato di operare senza una strategia chiara e per motivazioni politiche, piuttosto che istituzionali. La consigliera regionale Donatella Porzi, moderatrice dell’incontro, ha esordito mettendo in discussione la confusione e l’ambiguità che circondano le proposte di riforma. Ha affermato che l’approccio del Governo è “confuso, sbagliato e vuoto”, sostenendo che “si continua a navigare a vista”.
Porzi ha condiviso la sua esperienza, sottolineando il suo scetticismo riguardo all’autonomia differenziata richiesta da diverse regioni italiane. Ricordando la proposta di collaborazione tra Umbria, Toscana e Marche su tre specifiche materie, ha espresso preoccupazione per l’assenza di risposte concrete da parte della Giunta regionale. La mancanza di chiarezza sui Lep (livelli essenziali delle prestazioni) e le richieste di attivazione della procedura per le materie “non Lep” hanno suscitato preoccupazioni, anche tra le regioni di Centro-destra.
Il tema della sanità è emerso come centrale nel dibattito, con Porzi che ha sottolineato l’importanza di un approccio unificato per garantire pari opportunità a tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione di nascita. Ha insistito sulla necessità di rivedere le proposte legislative esistenti, invitando a un confronto aperto e umile per modificare le normative in base ai risultati effettivi.
Massimiliano Presciutti, vicepresidente nazionale di Ali, ha ribadito l’importanza di una chiara cornice normativa, evidenziando che la nostra Costituzione è un patrimonio da preservare. Ha sottolineato come l’attuale situazione di riforma possa minacciare l’equilibrio istituzionale e la governance del Paese. L’appello di Presciutti è stato chiaro: non lasciare che motivi politici prevalgano sulle necessità istituzionali e sul bene comune.
A intervenire sulla proposta di riforma sul premierato è stato Francesco Clementi, professore di Diritto pubblico comparato. Ha descritto il testo proposto come “confuso e ambiguo”, capace di generare rigidità e insicurezza. Clementi ha messo in evidenza che l’elezione diretta del Presidente del Consiglio non ha riscontro in altri Paesi e può creare confusione con le funzioni del Presidente della Repubblica. La sua posizione evidenzia come la riforma, anziché risolvere i problemi di instabilità del governo, possa in realtà aggravare la situazione.
Il dibattito si è arricchito con l’intervento di Luca Castelli, docente di Diritto pubblico, il quale ha fatto una distinzione fondamentale tra il principio di autonomia differenziata, considerato valido, e la sua attuazione problematica attraverso la legge Calderoli. Castelli ha esortato a non demonizzare il principio, sottolineando che senza una corretta attuazione, si rischia di tornare a un centralismo che non è auspicabile per il Paese.
Il moderatore Valeriano Giambitto ha concluso l’incontro affermando che le preoccupazioni emerse, anche tra relatori favorevoli alle riforme, dimostrano l’urgenza di riflessioni approfondite sulle conseguenze sociali e istituzionali delle riforme in discussione. Il tema della coesione e delle finanze pubbliche rimane cruciale, così come l’importanza di mantenere un equilibrio tra autonomia e solidarietà, per non compromettere il tessuto sociale del Paese.
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