
Elezioni Regionali, Penelope, Giovanni senzaterra e Guglielmo Tell
di Oderisi
Fra i tre contendenti, il primo di tutti a partire con la candidatura per le regionali è stato senz’altro Claudio Ricci, nel senso che ha trascorso il mandato regionale in perenne campagna elettorale. Ricci, negli ultimi quattro anni, è rimasto fisso sul frame di quella notte del 2015 che lo dava, per qualche glorioso momento, vincitore sulla Marini.
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Al suo confronto, Donatella Tesei è partita secoli dopo e Vincenzo Bianconi, facendo le dovute proporzioni, dovrebbe ancora presentarsi ai nastri di partenza.
La verità è che la chiusura traumatica della legislatura umbra ha imposto scelte di candidati che il regolare decorso non avrebbe preso in considerazione.
Non è certo, però, il caso di Ricci che, dopo il protagonismo come sindaco di Assisi e il colpo mancato di governatore dell’Umbria per un pugno di dollari, si è ritrovato ad essere un Giovanni Senzaterra. Come tale, agisce molto trasversalmente, strizza l’occhio a destra e a manca, forse non gli dispiacciono le piroette di Renzi, combatte, in definitiva, per un suo scranno e agisce guastando le linee nemiche, soprattutto a destra, suo terreno di partenza.
La nobile figura della Tesei, su questo fronte, è una Penelope obbligata a tessere ogni volta un pezzo di tela che manca per fare l’opera compiuta della conquista di Palazzo Donini. Non è lei a disfare il suo lavoro, sono i microsismi che scatena il fronte della destra a farlo. Le sue chances di vittoria, sembra di vedere, sono legate moltissimo al miracolo di unità che Salvini-Meloni-Berlusconi dimostreranno di poter fare in tempo utile per il 27 ottobre.
Un analogo esercizio di equilibrismo elettorale deve compiere, sul fronte di sinistra, Vincenzo Bianconi, che è risultato gradito a molti anche se arrivato sulla scena per ultimo e in zona Cesarini, ed è, di suo, affabile persona. Come Guglielmo Tell, egli sembra avere l’obiettivo a portata di mano, il suo veloce recupero glielo fa vedere abbastanza nitidamente, ma è, davvero, come centrare la mela senza colpire quel bambino intemperante dell’asse Pd-5Stelle che la porta in capo.
Penelope, dunque, Giovanni Senzaterra e Guglielmo Tell. Non li avrei scomodati certamente se le regionali umbre fossero state scontate come sempre e, se, soprattutto, non fossero, oggi, di risultato aperto come sono.
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