In Umbria un’impresa su otto è straniera…
Giampiero Tamburi
Segretario Provinciale
Perugia Movimento politico Realtà Popolare
In Umbria un’impresa su otto è straniera…… e in due anni (2013-14), sempre in Umbria sono stati bruciati 4754 posti di lavoro e fallite 481 imprese. Abbiamo il nero primato di essere il quinto peggior dato tra le regioni italiane, insieme al Piemonte. In pratica, più di un fallimento ogni giorno e mezzo. Questa è la nuda e cruda verità che, molto spesso spaventa ma allo stesso tempo serve a far riflettere sulla realtà che ci tocca. Ma, d’altro canto, uno studio di Unioncamere Umbria ci dice che dobbiamo stare allegri perché ben una impresa su otto è un’impresa a capitale straniero. Ormai rappresentano l’8,2% del totale delle imprese regionali: di fronte a 82.178 sono ben 6.702 quelle che non parlano italiano. Siamo è vero sotto la media nazionale (8,6%) ma, eziandio, la crescita è costante (circa il 7% ogni anno).
Ci rende edotti anche nei vari settori dove ciò avviene: Le imprese straniere sono maggiormente concentrate nei settori delle Costruzioni (33,5%) e del Commercio all’ingrosso (32,1%). Seguono l’Agricoltura, silvicoltura e pesca (7,6%) e le attività manifatturiere (7,3%). In particolare modo molto fiorenti sono le imprese manifatturiere che sono 489 e rappresentano il 6,1% del totale delle imprese umbre. Poi, dopo averci informato sui numeri e le percentuali, fa le sue considerazioni e ci da la ciliegina sulla torta: “La crescita di imprese straniere certifica anche il consolidamento di una dinamica: sempre più lavoratori da braccianti diventano imprenditori e accettano il rischio di fare impresa.
Ormai in Italia una nuova impresa giovanile su 5 è straniera. Spesso queste attività soddisfano fabbisogni non coperti da lavoratori italiani. Colmano un vuoto e assicurano un apporto economico fondamentale all’economia dell’Umbria”(Dichiarazione di Giuliana Piandoro, segretario generale di Unioncamere Umbria). Non basta: Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio di Perugia ha fatto queste affermazioni: “Questi dati dimostrano che negli anni più duri della crisi, gli stranieri hanno garantito un notevole apporto alla tenuta della base imprenditoriale locale e oggi, al 30 giugno 2015, nella nostra provincia una impresa su 8 è guidata da cittadini stranieri”.
Capito bene? Non siamo andati a fondo perché gli stranieri, con le loro imprese ed i loro capitali ci hanno sostenuto a galla nella profonda crisi economia produttiva che ci ha colpito in questi anni! Ragazzi! Ma dove viviamo sulla luna? Ma dove li mettiamo tutti gli interventi delle Forze dell’Ordine quando fanno chiudere i laboratori di abbigliamento clandestini, dove della povera gente, grandi e piccoli, è tenuta come schiavi a lavorare senza una garanzia di essere trattati in una maniera civile?
Ma dove guardiamo quando non riusciamo a vedere che quelle famose imprese edili gestite maggiormente da gente dei paesi dell’est, una volta finito il lavoro nelle case private, con la connivenza dei committenti, non rilasciano neanche uno straccio di ricevuta fiscale?
Ma come facciamo a non capire come vanno le cose, quando andiamo dentro ad un emporio o ad un negozio di coiffeur pour dames, gestito da orientali i quali si dimenticano sempre di rilasciarti lo scontrino o la ricevuta fiscale? Ma come facciamo a non considerare che questi imprenditori (!) hanno potuto realizzare le loro belle imprese con capitali che non sono italiani e che comunque i ricavati prodotti, anche quelli dovuti alla quasi totale evasione fiscale, se li portano pari pari nei loro paesi di origine rendendoli, con ciò improduttivi per la nostra economia? Un’ultima domanda: ma è questa l’economia e la ripresa che vogliamo? Io non sono un economista ma mi sembra proprio di no!
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