Biolaboratorio Lidarno? Il Fronte del Dissenso non molla, vuole sapere

Biolaboratorio Lidarno? Il Fronte del Dissenso non molla, vuole sapere

Biolaboratorio Lidarno? Il Fronte del Dissenso non molla, vuole sapere

Nuovi biolaboratori, armi all’Ucraina, diktat europei, nuova austerità. Non si può restare indifferenti. Molliamo o resistiamo? E’ lo slogan che ha visto ancora una volta il Fronte del Dissenso capitanato da Moreno Pasquinelli a scendere in piazza. Questa volta lo hanno fatto a Ponte San Giovanni nei pressi del CVA. C’è preoccupazione tra la popolazione umbra per la realizzazione di un bio-laboratorio contrassegnato dalla sigla BLS3 nel territorio di Perugia. Questo, infatti, potrebbe presentare un elevato rischio di carattere igienico-sanitario. Così dice il Fronte del Dissenso che ha organizzato un presidio di protesta e di informazione nel piazzale Bellini, antistante il cva di Ponte San Giovanni alle porte di Perugia. Il timore è che nel sito nasca un polo destinato allo sviluppo e alla produzione di vaccini per il controllo delle malattie degli animali e quelle trasmissibili all’uomo.

“Vogliamo risposte ufficiali precise – dicono – circa le caratteristiche delle strutture presenti e future dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati” (IZSUM), nonché di altri laboratori BSL3 privati o pubblici analoghi in essere o in progettazione sul territorio umbro” – dicono gli organizzatori.

Chiedono alla Governatrice della Regione Umbria: “Oltre alla produzione di autovaccini e vaccini stabulogeni, quali altri tipi di vaccini saranno prodotti dall’Officina farmaceutica? Saranno manipolati i microrganismi patogeni attraverso tecnologie di biologia sintetica? Sono in progetto laboratori BSL3 analoghi a quello di Lidarno sul territorio umbro, anche in regime di collaborazione tra università, comuni e laboratori già esistenti? Esiste la consapevolezza da parte della Regione Umbria che questo tipo di struttura necessita di estrema vigilanza per il ragionevole rischio di spillover e di contaminazione, soprattutto in presenza di microrganismi patogeni altamente pericolosi in laboratorio?”

Tutte domande alle quali i cittadini chiedono urgenti risposte dalle istituzioni, aggiungendo che “una struttura destinata alla sperimentazione su microrganismi altamente patogeni e relativi agenti immunizzanti destinati all’essere umano potrebbe trasformarsi in uno strumento per la produzione di armi biologiche e/o diventare un obiettivo sensibile per attentati terroristici in tempo di pace o persino attacchi militari in caso di evento bellico?”.

Ed infine “perché la cittadinanza è sempre l’ultima a venire informata, in modo democratico e trasparente, sulle criticità di progetti come questo e non solo che possono avere un impatto devastante sulla salute di tutti gli esseri viventi e dell’ambiente?”

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