Il Comune di Magione rende omaggio a Ennio Cricco

Magione - L’Amministrazione comunale di Magione ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria al maestro-scrittore Enio Cricco, una decisione condivisa da tutta la cittadinanza che lo conosce e dal mondo degli studi che hanno avuto modo di apprezzare il profondo lavoro di rivalutazione del dialetto perugino-magionese fatto da Cricco attraverso le traduzioni di importanti opere letterarie, pubblicate grazie al contributo della Pro Loco di Magione, come quella dell’Inferno di Dante raccontato ai Perugini (1988) e, successivamente, ‘Ndreino, trasposizione in dialetto magionese della celebre novella del Boccaccio Andreuccio da Perugia (inserita nel volume Perugia e l su dialetto, n amor da faje l vèrzo, a cura di Sandro Allegrini e Walter Pilini). Ventiquattro composizioni poetiche di Ennio Cricco comparvero anche nel volume “Magione, venti secoli di storia, cultura, ritratti e spiritualità” (2001) sempre edito dalla Pro Loco. Di grande rilievo anche la sua stretta collaborazione con lo scomparso docente di Dialettologia, Giovanni Moretti. <br />La notizia del conferimento della cittadinanza onoraria a Cricco, è stata data questa mattina a Perugia, nel corso della conferenza stampa di presentazione della quinta edizione di Poesie nei cortili. La cerimonia si terrà sabato 9 agosto alle ore 9,30  alla sala consiliare del Comune  di Magione  e proseguirà alle ore 18.00 alla Torre dei Lambardi dove verrà presentato il libro “ENNIO CRICCO, Scritti in lingua magionese- perugina”, Morlacchi editore, con la  presenza del Trio dell’Accademia del Donca che leggerà, alternandosi agli interventi, alcuni brani tratti dal libro<br />Cricco, nato “per caso” a Bolzano così parla di sé stesso: “Mi chiamo Enio, Hugo, Nando Cricco, figlio di Costanzo, detto Corrado, di Sant’Andrea delle Fratte e di Rosa Marchesi, magionese. Sono nato a Bolzano il 7 giugno 1921. Enio, con una enne, per colpa del prete tedesco che raccolse la denuncia della mia nascita.<br />A Bolzano, appunto, [nacqui settimino]: ché, se non fossi stato tanto impaziente di venire al mondo, avrei permesso a mia madre di tornare a sgravarsi a Magione, come desiderava e come facevano tutte le spose degli italiani che, nel primo dopoguerra, furono inviati nelle cosiddette terre “redente” a vivere da stranieri, tra lingue e costumi sconosciuti, sempre coltivando il desiderio struggente di tornare al paese d’origine.<br />In famiglia, quando si parlava di andare a Magione, si diceva “andiamo al paese” (gin al paese) , “Torniamo” (artornàno), oppure, miracolo di sintesi “andiamo giù” (gin più o argino)”.<br />Magione resta, comunque, la meta delle sue vacanze di studente e quella “lingua” parlata dai suoi genitori, rappresenterà il legame più forte con quella terra che casualmente non gli ha dato i natali.<br />Cosi Cricco ricorda il suo rapporto con la lingua parlata dai suoi genitori: “A Magione perfezionai la conoscenza del dialetto che, del resto, fu usato sempre in casa nostra e che per me assunse il carattere di vera lingua. Una settantina di anni fa, in paese, il dialetto era parlato da tutti e costituiva un fattore spontaneo di aggregazione e, forse, di orgoglio di campanile e di appartenenza. Solo più tardi… si ritenne che il dialetto fosse indice di volgarità e di arretratezza e che pertanto fosse da rifiutare in quanto elemento di discriminazione sociale. […] Vorrei che si ricordasse che, coltivando il nostro dialetto, noi useremo il mezzo più semplice, concreto e diretto, per conservare la memoria del nostro passato”.<br />Proprio per rendere omaggio al suo lavoro di studioso verrà data alla stampa, nell’occasione, una raccolta di suoi scritti in dialetto che comprendono le Fabule esotiche, tratte dall’Esopo Moderno del cortonese Pietro Pancrazi, scritti poetici, editi solo in minima parte, e la narrazione della famosa Quaresima che San Francesco passò ad Isola Maggiore. Curatori della pubblicazione, che verrà stampata grazie al contributo della Pro Loco di Magione e dell’Amministrazione comunale,  sono Sandro Allegrini e Gianfranco Zampetti. Va a Gianfranco Zampetti, attore e direttore artistico del teatro di Magione, l’ideazione e la realizzazione del volume. Zampetti ha, inoltre, insieme con Fausta Bennati, recitato in diverse occasioni, l’Andreuccio da Perugia nella trasposizione in dialetto fatta da Cricco e dell’Inferno raccontato ai perugini. A Ennio Cricco il Comune di Perugia ha conferito l’onorificenza del “baiocco”, concessa ad esponenti di spicco del mondo dell’arte e della cultura.<br />«La nostra convinzione nella pubblicazione del presente volume – ha affermato questa mattina  l’assessore comunale Marco Pignattini - costituisce la naturale prosecuzione della politica culturale messa in atto dall’Amministrazione comunale, ossia la valorizzazione, a 360 gradi, delle risorse e delle specificità che ci conferiscono il consapevole orgoglio di rivendicare le nostre radici.<br />Vorremmo dare a Ennio Cricco i “natali” che avrebbe voluto e non ebbe perché nacque settimino, a riconoscenza della Sua persona, come uomo, come scrittore, come artista, come cultore della nostra cultura».                                     <br />Erano presenti alla conferenza stampa, oltre all’assessore Marco Pignattini, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Magione, Luigi Bufoli, presidente Pro Loco Magione, Luigina Miccio, direttore artistico di Poesie nei Cortili.<br />Sono intervenuti Sandro Allegrini curatore del volume “Enio Cricco, scritti in lingua magionese-perugina” Morlacchi Editori, 2008; Gianfranco Zampetti, esperto dell’autore, i presidenti e rappresentanti delle associazioni, delle case editrici e gli sponsor che hanno sostenuto l’iniziativa.

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