Centralcom: Paparelli a Calabrese:”Replica scomposta da respingere al mittente”

PERUGIA – “La  scomposta replica dell’assessore Calabrese, tutta in politichese e priva di contenuti di risposta alle osservazioni tecniche e politiche poste, nonché  il maldestro tentativo di addossare la responsabilitá del mancato confronto alla Regione, vanno respinti al mittente”: così replica l’assessore regionale alla innovazione tecnologica, Fabio Paparelli, all’assessore del Comune di Perugia Calabrese sulla vicenda Centralcom. “L’assessore Calabrese una ventina di giorni fa – ricorda Paparelli –  é stato invitato a Palazzo Donini su iniziativa del sottoscritto, venuto a conoscenza della volontà di recesso da parte del Comune di Perugia, non dall’amministrazione comunale,  ma dall’amministratore di Centralcom. Alla disponibilità della Regione di avviare un confronto tecnico per valutare le richieste  asserite dall’assessore, presente il direttore regionale Annalisa  Doria, é seguito un diniego dello stesso, che ha rifiutato di entrare nel merito dopo aver fissato un incontro cui non si é presentato. A seguito di tale diniego  – prosegue Paparelli – ho interessato il Sindaco Romizi, cui ha fatto seguito un ulteriore colloquio telefonico con Calabrese che ha ribadito la volontà di proseguire per la sua strada, evitando confronti e ventilando un recesso tecnico per poi rientrare nella società successivamente. Ciò – secondo l’assessore regionale – evidenzia uno stato di confusione perché delle due l’una: l’assessore non può raccontare la favola della incompatibilità degli obiettivi con la presenza in una società in house e contemporaneamente asserire che trattasi di recesso tecnico finalizzato ad un rientro ad ulteriori condizioni”.

“Portare la banda larga nelle famiglie di Perugia è compatibile con la presenza del Comune in Centralcom e con lo Statuto approvato – prosegue Paparelli. Calabrese é stato messo al corrente di tutte le conseguenze e se ne deve assumere tutte le responsabilità politiche e di altro genere che scaturiranno dalla eventuale decisione. Se la nuova amministrazione di Perugia intende interpretare così  il ruolo di capoluogo di regione, ricorrendo alla disinformazione ripetuta ed alle bugie come quelle riferite dall’assessore ai commissari consiglieri comunali dentro ed al termine della commissione, siamo sconcertati. Quanto allo sterile tentativo di buttarla sul campanilismo o sul personale, sappia l’assessore comunale che la posizione espressa dal sottoscritto é la posizione della Giunta regionale e dei suoi tecnici ed esperti”.Infine, con  riferimento al data center unitario delle pubbliche amministrazioni, Paparelli evidenzia che “il data center della Regione,  e di gran parte delle pubbliche amministrazioni, è da sei anni a Terni in Aspasiel (Ast), con un costo di 200 mila euro annui per energia e connettività, di gran lunga inferiore ai costi che si dovrebbero sostenere sia in termini di investimento sia in termini di canoni per costruirne uno proprio: 1,2 milioni in sei anni e non 12 come dice, forse in malafede, Calabrese. Esistono poi – ha aggiunto –  una legge nazionale, che impone il data center unitario, ed una legge regionale che vanno rispettate, quest’ultima – sottolinea –  apprezzata unanimemente da tutte le forze politiche. Si ha notizia, spero smentita che l’assessore voglia proporre un data center del Comune di Perugia, questo – conclude Paparelli –  sarebbe contro ogni convenienza tecnica ed economica, contro la legge e con costi incredibili per la comunità perugina, con  conseguenze su diversi

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