L’addio dei tifosi a Sinisa Mihajlovic, in centinaia alla camera ardente
L’addio dei tifosi – Centinaia di tifosi in fila per l’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic, morto a soli 52 anni, alla Camera ardente allestita in Campidoglio a Roma. Tra loro anche la premier Giorgia Meloni e il Presidente del Senato La Russa, “è stato un combattente”.
E’ un saluto pieno di commozione quello che in tantissimi stanno riservando a Mihajlovic, nella Sala Protomoteca, questa mattina aperta al pubblico per l’ultimo addio all’ex calciatore ed allenatore. Centinaia di persone, dalle prime luci del mattino, si sono messe in fila per entrare nella camera ardente adornata da corone di fiori inviate dalla FIFA e dai suoi ex club come Roma e Lazio. “È un combattente, lo è stato dal primo giorno all’ultimo – ha detto Ignazio La Russa, presidente del Senato, arrivando in Comune – Lui ha dimostrato che questo è possibile. Ha tirato calci di punizione contro le porte avversarie, ma anche contro le avversità della vita, ed erano sempre calci vincenti”. Sul feretro sono state deposte anche le sciarpe di Torino e Bologna. Presenti molti tifosi del Milan.
La moglie: “Ritaglierò dal tuo ricordo tante stelle”
“Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte”: è la dedica a Sinisa Mihajlovic – morto ieri a 53 anni – della moglie Arianna che ha pubblicato un post, con una foto che li ritrae sorridenti sul suo profilo Instagram.
Il messaggio della figlia Virginia
“Il mio cuore oggi è spezzato, in frantumi. La mia anima peggio, e non riesco a continuare a parlare del mio super eroe, per me papà, per voi Siniša Mihajlovic. Fa troppo, troppo male”. Così Virginia Mihajlovic parla del padre, morto ieri a 53 anni, in un messaggio su Instagram. “È dura papà. È dura. In questo momento di immensa sofferenza avrei solo bisogno di un tuo abbraccio. Non un abbraccio qualsiasi, il tuo. Mischiato al tuo profumo, che, come la tua anima, rimaneva addosso”. E chi ti conosce sa a cosa mi riferisco”. La sorella, Viktorija posta alcuni versi di una poesia di Montale.
“Impossibile accettare tutto questo ma trovo – prosegue il post di Virginia – la forza nell’amore immenso che mi hai donato in questi anni di vita insieme, talmente forte che mi accompagnerà per il resto dei miei giorni”. “Dopo aver scoperto il tuo destino, ringrazio di averti avuto con me per questi anni, in cui mi hai donato tutto, tutto quello che un padre avrebbe potuto donare ad una figlia, anzi molto di più. Mi hai amata immensamente, con tutte le forze che avevi. Mi hai protetta da ogni cosa, da tutti e tutto. Tu sei stato troppo. Troppo per me. Troppo per noi. Troppo per tutti”, continua. La sorella, Viktorija posta invece alcuni versi di una poesia di Montale. “Ho sceso, dandoti il braccio, un milione di scale” e continua: “Ti amo con tutto il mio cuore papà, anima pura, rara, orgoglio della mia vita, mio eroe, mio grande amore. Ovunque tu sia io so amare fino a lì”.
Ieri l’annuncio della famiglia
Una morte “ingiusta e prematura”, ha scritto la famiglia: “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic”. “Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti – prosegue il comunicato della famiglia Mihajlovic -. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessndro Rambaldi, e il Dott. Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato”.
E’ morto Sinisa Mihajlovic
“Questo è un giorno che non avrei mai voluto vivere, perché ho perso un amico con cui ho condiviso quasi 30 anni della mia vita, in campo e fuori”: così Roberto Mancini, amico, compagno e allenatore di Sinisa Mihailovic. “Non è giusto – dice il ct dell’Italia – che una malattia così atroce abbia portato via un ragazzo di 53 anni, che ha lottato fino all’ultimo istante come un leone, come era abituato a fare in campo. Ed è proprio così che Sinisa resterà per sempre al mio fianco, anche se non c’è più, come ha fatto a Genova, a Roma, a Milano e poi anche quando abbiamo preso strade diverse”.
E’ stato un grande combattente, sia in campo, sia in panchina sia quando è stato colpito da una malattia terribile. Non si è mai arreso, dimostrando di essere un uomo coraggioso anche quando aveva capito che non ci sarebbe stato più nulla da fare. Lascia un vuoto non solo nella sua famiglia, ma in tutto il calcio italiano e internazionale. Aveva solo 53 anni.