Case green? Io non faccio i lavori, che mi accade?

Lo stesso Ppe che detiene la maggioranza a Strasburgo, non ha votato compatto

Case green? Io non faccio i lavori, che mi accade?

Case green? Io non faccio i lavori, che mi accade?

Tag24 by Unicusano – Case green, cresce il fronte del ‘No’ sia nella battaglia tra i partiti che compongono la maggioranza e l’opposizione al Parlamento europeo che ieri ha dato il via libera alla direttiva, sia nel mondo politico italiano. Lo stesso Partito popolare europeo (Ppe) che detiene la maggioranza a Strasburgo, non ha votato compatto sul provvedimento che, se da un lato assicura il risparmio e l’efficientamento energetico degli edifici continentali, dall’altro impone costi alle famiglie per adeguare le proprie abitazioni agli standard richiesti. Famiglie che, a questo punto, si interrogano sull’obbligatorietà di quanto disposto da Bruxelles sui consumi energetici e su quali siano le eventuali conseguenze nel caso in cui ci si rifiuti di effettuare i lavori.

di Carlo Iacubino

È da chiarire fin da subito che la direttiva non impone sanzioni in caso di mancata effettuazione degli interventi. Tuttavia, il pericolo non è affatto scongiurato perché la penalizzazione, in termini di svalutazione del proprio immobile decisa dal mercato, potrebbe essere di gran lunga superiore a una sanzione stabilita per legge. A far da ombra al provvedimento, anche un aumento degli interessi sui mutui che risentirebbero della maggiore o minore garanzia offerta dagli immobili in regola o meno.

Case green, cresce il fronte del ‘No’: cosa prevede la direttiva e perché contrari

All’indomani del via libera del Parlamento europeo al provvedimento sulle Case green al quale gli Stati membri dovranno adeguare la propria legislazione, cresce il fronte dei contrari alla direttiva. Nel pomeriggio di oggi, la stessa presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha espresso le sue perplessità sulla direttiva nel Question time alla Camera: “Rischia di danneggiare l’Italia”. La premier ha parlato di “Ue irragionevole, di un approccio graduale” agli effetti di un provvedimento adottato dal Parlamento europeo che, con il voto di ieri, “ha ulteriormente irrigidito il testo iniziale”.
Matteo Salvini, ministro alle Infrastrutture, ha scritto su Twitter di “una patrimoniale contro l’Italia”. Le ragioni del ‘No’ alle Case green sono state spiegate oggi da Isabella Tovaglieri, europarlamentare della Lega e relatrice ombra della direttiva in Commissione Industria ed Energia. “La direttiva è passata e questo non ci rincuora perché era un testo al quale sono stati presentati oltre 1.000 emendamenti – ha detto Tovagliari – Questo è significativo di un provvedimento che avesse diverse criticità. Al di là del voto compatto del centrodestra italiano che ha votato contro alla revisione della direttiva (rispetto al testo originario votato in Commissione parlamentare, n.d.r.), all’interno della stessa maggioranza del Parlamento europeo si registra un fortissimo scricchiolio, perché una buona parte del Ppe, a cominciare dal capogruppo Weber, ha votato contro la direttiva. Di fatto, è un provvedimento bandiera della maggioranza Ursula”.

Cosa succede se un proprietario di abitazione non fa i lavori?

La ragione principale del rifiuto alla direttiva europea Case green risiede nel fatto che, se il provvedimento dovesse essere approvato così come è passato ieri nel Parlamento europeo, comporterebbe una svalutazione sulla maggior parte degli immobili degli italiani. La direttiva non introduce sanzioni dirette per chi non svolge gli interventi necessari a far accrescere la classe energetica della propria abitazione alla “E” entro il 2030 e alla “D” al 2033.

“La sanzioni è de facto – spiega ancora Isabella Tovaglieri – nel momento in cui entra in vigore la direttiva Case green se i proprietari o gli affittuari delle abitazioni non spendono i soldi (e parliamo di migliaia di euro) per adeguare il proprio immobile agli standard richiesti dall’Europa, è evidente che l’immobile stesso si svaluta economicamente. Per molte famiglie la casa rappresenta l’unico solido patrimonio, senza calcolare tutto il sistema creditizio. Le banche – conclude l’europarlamentare – erogano i mutui richiedendo come garanzia l’immobile. Ma è evidente che se l’immobile perde di valore, banche e proprietari saranno costretti a rinegoziare il mutuo a tassi differenti“.

La svalutazione dell’immobile è dunque la sanzione più grave che possa capitare ai proprietari delle abitazioni. Sulla direttiva Case green, la maggioranza del governo italiano ha già dichiarato di essere compatta, rispetto al Ppe in Europa, nel richiedere un ammorbidimento dei paletti del provvedimento, atteso adesso in sede di trilogo, il negoziato seguente nell’iter di approvazione tra Commissione europea, Parlamento di Strasburgo e Consiglio dell’Unione europea.

2 Commenti

  1. La Direttiva “Case green” è una idiozia come altre, non ultimo l’abolizione dei motori a benzina e a gasolio. Ha giustamente votato contro la Direttiva in questione il Governo Italiano essendo un chiaro attacco alle case degli italiani e sostenuta da una sinistra sempre più ideologica e distante dalla realtà. Infatti favorevoli alla direttiva sono stati i Parlamentari europei del PD, del M5S, e i Verdi. Il Ministro dell’ambiente Pichetto ha dichiarato che “continueremo a batterci a difesa dell’interesse nazionale”. Gli unici che invece, ancora una volta, si schierano contro gli interessi degli italiani sono le sinistre ideologiche e fuori dal contesto in cui viviamo. Infatti, nella Direttiva non viene presa in considerazione la conformazione geografica del nostro Paese ben diversa dal resto dell’Europa. Cioè, in primis la notevole differenza climatica tra il NORD e il SUD Europa e in particolare tra le Regioni Italiane del Nord e quelle del Sud. Per fortuna oggi abbiamo un Governo che difende gli Italiani dalle decisioni dell’UE molto pericolose per il nostro Paese in quanto si verificherebbe un’ingente svalutazione di gran parte del nostro patrimonio edilizio e un’eventuale “enorme spesa” per l’adeguamento energetico di circa 5 milioni di edifici, come richiesto dalla Direttiva UE. Sarebbe una pazzia e quindi è auspicabile che nell’ultimo atto non venga raggiunta in Consiglio la maggioranza qualificata.

  2. L’articolo è molto dettagliato e interessante, però vorrei dissentire sull’affermazione: “la svalutazione dell’immobile sarà la peggiore delle sanzioni”. Ovvio che in molti casi sarà così, ma non in assoluto, NON in tutti. Nel mio per esempio, ma credo di rappresentare una buona parte di cittadini nelle stesse condizioni. Abito in una casa costruita nel 1952, ereditata dai miei, e l’unico bene immobile posseduto da me che sono single, senza figli e con una pensione molto bassa. In soldoni, conto di morire in questa casa, che non intendo nè affittare nè tantomeno vendere; inutile dire che avrei i soldi per le ristrutturazioni solo con una vincita al Superenalotto o al Gratta e Vinci. Inoltre non ho nessun parente che aspetta la mia dipartita per ereditaria a sua volta.Quindi per me una sanzione pecuniaria sarebbe la vera sciagura, perché non si parlerebbe certo di pochi soldi, se deve incentivare i proprietari a ristrutturare. Quindi, ripeto, quell’affermazione è errata se gli si attribuisce un valore assoluto.

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