
Omicron 2, ecco come fare da soli un buon test, lo spiega la prof Mencacci
“I cittadini possono aiutarci. Il sistema pubblico non può farcela a testare un numero di persone pari a quello potenzialmente contagiato con questa variante più trasmissibile. Darei molta più possibilità al self testing. Questo fenomeno esiste. Le persone fanno il test da sole. Invece di ignorarlo, bisognerebbe utilizzarlo e perfezionarlo”. Lo ha detto la professoressa Antonella Mencacci, Direttore della Struttura Complessa di Microbiologia dell’Ospedale di Perugia, intervenendo all’Ospite in Studio di Umbria Journal TV, condotto dal Direttore Marcello Migliosi.
La dottoressa spiega come si fa a fare bene un buon test. “Abbiamo inviato alla Regione le nuove procedure di prelievo. La Omicron per uno o due giorni va prima in gola e poi nel nasofaringeo. Laddove il tampone nasale era sufficiente con le altre varianti non lo è con questa. Bisogna prendere il bastoncino passarlo in gola delicatamente, raccogliendo nelle tonsille, nelle faringe, un po’ di saliva e subito dopo con lo stesso tampone fare anche quello nasale. In questo modo aumentiamo moltissimo la sensibilità di qualsiasi test. Nel naso bisogna andare abbastanza profondamente. Si capisce che è stato fatto bene, quando sentiamo un impedimento, a quel punto lo ruotiamo un po’. Poi si usano dei test buoni di tipo CE-IVD, approvati per l’utilizzo diagnostico in vitro”.
Chi ora ha il test positivo non sa cosa fare. “Il sistema – spiega Mencacci – sarebbe quello di chiamare il medico o il pediatra, andare in farmacia, in un laboratorio privato o chiamare l’igiene e la sanità pubblica e farsi ritestare o con un antigenico o un molecolare in modo che vada nel sistema dei positivi. Al momento è così”.
Trovare un modo in cui la gente si autodichiari: “Io sarei propensa a fare un sistema di autodichiarazione più snello con il codice della tessera sanitaria. Trovare un modo per cui la gente dica ‘Io sono positivo’. Da un punto di vista dell’educazione civica se uno è positivo e non ha sintomi gravi, quello che deve fare è auto isolarsi fino a quando non diventa negativo. La cosa drammatica – conclude – è che queste persone fanno questo test, risultano positive e non sanno cosa fare. L’importante è isolarsi, perché si è contagiosi. Se si contagia una persona super vaccinata, che non ha fattori di rischio, gli daremo un’infezione e sarà protetto almeno per un po’ di tempo, ma se si contagia una persona fragile come gli anziani, i diabetici e gli immunodepressi, gli possiamo fare molto male”.
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