Terni, Liberati M5s, Marmore, il problema è che la cascata è privatizzata “Ho letto con curiosità la garbata polemica (http://rassegna.crumbria.it/news/2018/10/24/2018102402183601810.PDF) che autori ed editore del libro ‘Leonardo da Vinci, le radici umbre del Genio’ hanno sollevato nei confronti del vicesindaco di Terni, Andrea Giuli, vista anche la mancata partecipazione dell’Ente all’incontro di qualche giorno fa presso il locale Museo Diocesano”. Lo afferma il capogruppo regionale M5S, Andrea Liberati, secondo cui “la critica degli autori della lettera andrebbe meglio centrata, poiché il Comune di Terni, oltre alle presenze ufficiali a eventi di livello, dovrebbe soprattutto muovere altri passi”.
“Se è certo che la riscoperta culturale della Cascata, grazie a Luca Tomio, Marco Torricelli e a pochissimi altri, valorizza il bene – aggiunge il consigliere regionale – è altrettanto sicuro che la politica si dimostra assente non tanto o non solo agli incontri culturali, ma soprattutto sul piano amministrativo e legislativo: ad esempio, quali sarebbero le incisive proposte della Regione per promuovere le Marmore? Continuare a permettere qualsiasi cosa al locale concessionario idroelettrico?
Il problema principale è che la Cascata sarebbe di tutti noi, ma in realtà è di uno solo, oggi la Erg, con una lunga corte di servi sciocchi e interessati al fianco della multinazionale di turno”. “È fin qui accaduto – continua Liberati – che un privato, col concorso del Governo, della Regione Umbria e del Comune di Terni, abbia deciso quasi tutto: è su tale argomento che Palazzo Spada dovrebbe levare voce stentorea nei confronti di Palazzo Donini come di Palazzo Chigi.
Ecco qui le questioni aperte: la ridicola gestione privatistica del demanio idrico, ereditata dalle privatizzazioni del 1998; la vicenda della Cascata ‘a ore’; le briciole dei canoni idroelettrici su Terni, elemosina della Regione; il dissesto idrogeologico di Piediluco per via dello sfruttamento intensivo del bacino; l’asservimento generale della politica tutta ai boss dell’energia: sono queste le mancanze della politica, e offendono sia il bene culturale ‘Cascata’, sia il sito naturalistico che la nostra storia, insultando l’intelligenza collettiva.
Se il Comune volesse finalmente rimediare potrebbe farlo, iniziando col contestare in ogni sede l’imposizione oraria di apertura e chiusura, irrispettosa pure delle normative internazionali in tema di deflussi idraulici minimi”. “La Regione Umbria potrebbe poi fare la sua parte – conclude Andrea Liberati – cambiando la normativa sull’idroelettrico, incrementando ulteriormente sia i canoni che la loro ripartizione presso le comunità toccate dalla presenza di impattanti impianti.
Il M5S in Regione ha presentato una proposta in tal senso oltre tre anni fa, nell’agosto 2015. Quanto a Palazzo Chigi, sappiamo che si sta per metter finalmente mano al vacuum legislativo sulle gare di concessione per le grandi derivazioni idroelettriche, finora mai svolte in Italia, fuorché nella Provincia autonoma di Bolzano: è così che nel Sud Tirolo hanno già incassato centinaia di milioni, ristabilendo il corretto equilibrio tra esigenze del territorio, risorse naturali e il loro ragionevole sfruttamento”.
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