Prevedere un Pronto soccorso pediatrico con percorsi dedicati e strutture adeguate
“L’Umbria è una delle poche regioni sprovviste di un pronto soccorso pediatrico con accesso e presa in carico separati rispetto al pronto soccorso generico. Per questo, con l’obiettivo di consentire una migliore assistenza in fase emergenziale per i minori, è necessario provvedere quanto prima, perlomeno presso le due aziende ospedaliere della regione, all’avvio percorsi dedicati e strutture adeguate”. Così il consigliere regionale Tommaso Bori (PD- vice presidente della Commissione Sanità), che ha presentato un’interrogazione sul tema per chiedere alla Giunta regionale se abbia “intenzione di prevedere un pronto soccorso pediatrico con accesso e percorso separati e autonomi presso le aziende ospedaliere e, nel caso, quali tempistiche”.
“La Pediatria d’Urgenza e Pronto Soccorso Pediatrico hanno come mandato la diagnosi e cura delle urgenze ed emergenze mediche, chirurgiche e traumatologiche, oltre all’attività di Pronto Soccorso. La struttura – spiega Bori – è dotata di posti letto per le osservazioni temporanee, le osservazioni brevi intensive e i ricoveri di breve durata. Si tratta di attività finalizzate alla stabilizzazione dei pazienti critici, all’inquadramento diagnostico dei casi non inquadrabili con la sola prestazione di Pronto Soccorso, alla gestione delle patologie che necessitano di una breve permanenza in ospedale. La Pediatria d’urgenza presta assistenza ai pazienti che presentano una situazione clinica con le caratteristiche della urgenza/emergenza o che richiedano una presa in carico assistenziale in tempi brevi”. “Stando ai dati ufficiali – continua Bori – i minori tra 0 e 14 anni, in Umbria, sono circa 99mila. Un bacino di tutto rispetto, che necessita di risposte e di un adeguato approccio nelle cure e nell’assistenza.
Ad oggi, in Umbria, quando si ha un problema di salute con figli o minori, e ciò avviene di notte o in giorni festivi o di mancata reperibilità del pediatra di libera scelta, o quando i sintomi del bambino sono gravi, i genitori non hanno la possibilità di accedere direttamente al reparto di pediatria (come invece viene fatto in caso di pazienti con problemi ginecologici/ostetrici o oculistici), ma devono prima recarsi al pronto soccorso generale delle aziende ospedaliere, sostando nella sala d’attesa spesso senza un’accoglienza adeguata ai minori, soprattutto se molto piccoli.
Questo crea un disagio, sia perché rallenta le tempistiche di intervento degli specialisti pediatri, sia perché i genitori sono costretti a sostare in attesa al pronto soccorso insieme ai minori, che solo in un secondo momento sono visitati e presi in cura nei reparti loro dedicati. Serve quindi – conclude – un approccio diverso, non solo medico ma anche emotivo, rispetto a quello riservato ad un adulto. Anche l’Umbria ha il dovere di dotare le proprie strutture ospedaliere di pronto soccorso pediatrico con accesso separato e gestione autonoma dei pazienti”.
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