
Nasce Lega Giovani, in tanti, anche umbri per il cambio di nome
di Marcello Migliosi
“Lega giovani” – e arrivano da tante regione, Lazio, Calabria, Abruzzo e la nostra Umbria -, quei giovani che, coordinati da Andrea Crippa (commissario dei giovani padani), han deciso di cambiare nome. Il loro “commissario“, intervistato dal Corriere della Sera e riportato dall’Agenzia nazionale di stampa associata, dice che i numeri sono “importanti” e “avrebbe poco senso continuare con il nome storico”.
Il cambio di nome è stato annunciato per i prossimi giorni.
“In Lazio alcuni ragazzi mi han detto che se fossero nati al Nord sarebbero più autonomisti di noi“, racconta il trentunenne neodeputato. “Si rendono conto che in questi anni i soldi al Sud sono stati mal spesi. Sentire che cresce questo tipo di sensibilità autonomista è stato davvero incredibile”.
“La Lega ha avuto un enorme consenso tra i giovani al primo voto e io credo che nessun altro partito possa vantare una base giovanile così numerosa e presente“, rivendica Crippa.
“Siamo nelle scuole – ha detto -, siamo all’università. E le nostre idee su lavoro, scuola sono molto attrattive”.
Per Andrea Crippa “l’unico governo possibile è quello di centrodestra, con l” appoggio di singoli parlamentari che si accordano sul nostro programma. La porta, per i partiti fuori dal centrodestra, è chiusa”. Se i numeri non ci saranno, “staremo all’opposizione. Meglio quello che scaldare le poltrone di un governo nato al ribasso. Subito a elezioni e vinca il migliore”.
Intervista del Corriere della Sera
Movimento Giovani Padani addio: arriva la «Lega giovani». Proprio mentre i leghisti junior fanno il loro ingresso in forze in Parlamento, la giovanile del partito cambierà nome dopo la sua fondazione 27 anni fa. Andrea Crippa, 31 anni, coordinatore del movimento e neo deputato, telegenico e lontanissimo dal modello antropologico della Lega tradizionale, nei prossimi giorni realizzerà il cambio di ragione sociale, anche se nei Giovani padani lui è entrato a 16 anni («Perché avevo tutti professori comunisti»). Con lui, saranno in Parlamento altri 17 «ragazzi» ma se nel conto ci si mettono anche gli ex, il Mgp supera la quarantina di onorevoli.
Insomma, la svolta è compiuta anche per i giovani?
«Ma sì. È un fatto del tutto normale: si sono organizzati gruppi di giovani in tutte le regioni, ma in Lazio, Umbria, Calabria e Abruzzo i numeri sono davvero importanti. Avrebbe poco senso continuare con il nome storico».
Di quale realtà è più orgoglioso?
«Di tutte, mi creda. Nel Lazio alcuni ragazzi mi han detto che se fossero nati al Nord sarebbero piu autonomisti di noi. Si rendono conto che in questi anni i soldi al Sud sono stati mal spesi. Sentire che cresce questo tipo di sensibilità autonomista è stato davvero incredibile».
Dica la verità: si aspettava simili risultati?
«Io credevo in una grande prova della Lega e di Matteo Salvini. Pensi che in Umbria il coordinatore dei giovani Riccardo Marchetti ha battuto nell’uninominale il sottosegretario uscente del Pd Gianpiero Bocci. È un mondo nuovo».
Che differenza c’è tra voi e la Lega «adulta»?
«Beh, la differenza più importante io credo sia quella con gli altri partiti. La Lega ha avuto un enorme consenso tra i giovani al primo voto e io credo che nessun altro partito possa vantare una giovanile così numerosa e presente».
Secondo lei, come mai?
«Perché ci siamo. Siamo nelle scuole, siamo all’università. E le nostre idee su lavoro, scuola sono molto attrattive. Tra l’altro, vedo che i 5 stelle, il Pd e soprattutto Forza Italia non hanno fatto eleggere quasi nessun giovane: il vero ricambio generazionale lo sta facendo Matteo Salvini».
Quale idea cattura di più?
«Io credo soprattutto quelle sul lavoro. Noi abbiamo battuto molto sul salario minimo garantito, abbiamo spiegato che con la Lega non sarà più possibile far lavorare i ragazzi gratis oppure a 3,5 euro all’ora. Basta con lo sfruttamento».
E la paura dell’immigrazione non ha pesato?
«Assolutamente sì, anche se in questo l’Italia è un po’ divisa. Al Nord il tema più sentito è l’immigrazione, al sud il lavoro».
Crippa, dove prenderete i voti per governare?
«L’unico governo possibile è quello di centrodestra, con l’appoggio di singoli parlamentari che si accordano sul nostro programma. La porta, per i partiti fuori dal centrodestra, è chiusa».
La prima prova è la presidenza delle Camere. Ci si arriverà in tempi brevi?
«Non lo so. Però, dato che la Lega è il primo partito della coalizione vincente, credo ci spetti la presidenza di una delle due Camere».
E se i numeri alla fine non ci fossero?
«Staremo all’opposizione. Meglio quello che scaldare le poltrone di un governo nato al ribasso. Subito a elezioni e vinca il migliore»
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