
Umbria Salute, ancora nessuna risposta per i lavoratori e le lavoratrici
“Da mesi abbiamo chiesto un incontro alla Regione in merito alla situazione che si è generata nella società Umbria Salute e Servizi, anche in seguito alla gestione dell’emergenza Covid 19, data la necessità di garantire la massima sicurezza per l’espletamento delle attività verso i cittadini, ma anche per discutere la ormai annosa vicenda dei lavoratori somministrati che vi operano. Ad oggi però non abbiamo avuto alcuna risposta”. Tornano a farsi sentire i sindacati delle lavoratrici e dei lavoratori di Umbria Salute, società in house della Regione Umbria e delle Aziende sanitarie regionali, che ha dovuto gestire e riorganizzare il lavoro degli addetti del settore per fronteggiare l’emergenza covid e allo stesso tempo garantire il servizio di assistenza al cittadino.
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senso di responsabilità di tutti
“La gestione dell’emergenza è stata possibile grazie al senso di responsabilità di tutti i lavoratori impiegati in Umbria Salute e Servizi – affermano in una nota Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Nidil, Felsa e Uiltemp – lavoratrici e lavoratori che hanno svolto il loro compito con diligenza, anche quando i rischi all’inizio del contagio erano altissimi e le protezioni scarse o assenti. Chiediamo – continuano i sindacati – che la Regione ci riceva per confrontarci sul tema della ripresa delle prestazioni sanitarie, naturalmente nel rispetto dei protocolli firmati dalle organizzazioni sindacali e dal Governo, per far ripartire il diritto alla cura della salute dei cittadini e al lavoro degli operatori addetti”.
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si è arrivati all’ennesimo rinnovo del contratto
In merito ai lavoratori somministrati, per garantire continuità lavorativa si è arrivati all’ennesimo rinnovo del contratto di prossimità (che deroga rispetto al decreto dignità consentendo di oltrepassare i termini previsti per la somministrazione), ma i contratti individuali di lavoratrici e lavoratori con l’agenzia interinale scadranno al 30/11/2020.
“Parliamo di un numero notevole di persone, circa 150, che svolgono da anni queste attività in condizioni di precariato – concludono i sindacati – e in questo momento storico, in cui il lavoro è l’unica risposta efficace per rilanciare il nostro Paese e la nostra Regione, non si può proseguire con questa ingiustizia: per questo chiediamo un incontro con la Regione il prima possibile, per avviare un confronto che fino ad oggi è mancato. In caso contrario metteremo in campo tutte le azioni sindacali volte alla tutela dei lavoratori e delle lavoratrici”.
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