PERUGIA, PARTI CESAREI, IN ITALIA SONO IL 30% DEI TOTALI

pancia-gravidanzaPERUGIA – Il 29,31% dei parti in Italia avviene con un taglio cesareo che, nel 43% dei casi nei primi parti, sarebbe ingiustificato causando gravi rischi per la salute della donna e uno spreco di denaro pubblico che si aggira intorno agli 80-85 milioni di euro l’anno. Questi i dati emersi stamattina presso la Sala del Consiglio durante il seminario “Donne e salute, superare la ferita del parto cesareo”, organizzato dalla Provincia di Perugia con l’Associazione “Il giardino della Salute” e promosso dall’Associazione Sviluppo, Welfare e Innovazione per l’Umbria. Dopo i saluti del vice presidente della Provincia di Perugia Aviano Rossi anche nella veste di presidente dell’Associazio SWI per l’Umbria, hanno fornito un contributo al dibattito, Giuseppina Sciarrillo, ostetrica e presidente de “Il giardino della salute”, Ivana Arena autrice del libro “Dopo un cesareo” presentato proprio durante l’evento, lo specialista ostetrico ginecologico Giorgio Epicoco e la mamma Elisabetta Mantratzi.

“E’ un piacere continuare questo ciclo di seminari dedicati al percorso nascita e alla salute della donna – ha esordito il vice presidente Rossi –oggi il parto cesareo rappresenta l’emblema di una tendenza a considerare anche il parto da un punto di vista consumistico; lo stesso Ministero della Salute all’inizio dell’anno, attraverso un’apposita nota, ha denunciando una situazione di abuso con un dato nazionale prossimo al 30% dei parti totali. A mio avviso – ha continuato – ciò può dipendere da una eccessiva medicalizzazione del parto e dal fatto che quest’ultimo, venga ormai considerato come un intervento di chirurgia estetica eseguito con la convinzione che tale modalità possa salvaguardare la funzionalità fisiologica della donna, sottoposta invece a numerosi rischi, come il triplo di decessi per complicanze anestesiologiche, lesioni vescicali ed uretrali che sono 37 volte maggiori rispetto a un parto naturale, la possibilità di rottura dell’utero in una successiva gravidanza di 42 volte superiore rispetto ad un dopo parto vaginale e la probabilità di sottoporsi a laparotomia esplorativa post-partum aumentata di 18 volte”.

Soddisfazione per l’evento è stata espressa dalla presidente Sciarrillo la quale ha ringraziato il vice presidente Rossi per aver concesso all’Associazione la possibilità di incontrarsi per poter parlare di un problema che tocca molte donne e che riguarda la “ferita dopo un parto cesareo”. “Si tratta di una soluzione fantastica quando necessaria – ha commentato – ma se non lo è, può comportare dei gravi problemi alla salute e al vissuto della donna. Oggi abbiamo voluto raccogliere e condividere le nostre esperienze, tessendo una tela che speriamo possa aiutare tutte le donne che hanno bisogno di supporto e di informazione sul tema”. Un valido aiuto può arrivare anche dal testo di Arena, nato proprio l’esperienza di un parto cesareo. “Dopo la nascita di mia figlia ho avvertito l’esigenza di documentarmi – ha raccontato l’autrice – poiché la letteratura è per la maggior parte in inglese, ho ritenuto necessario offrire alle donne uno strumento informativo di sintesi in italiano, in cui sono approfonditi, grazie anche alle testimonianze di donne, gli aspetti del post parto e fornite le informazioni per evitare un cesareo inutile e sulla possibilità di partorire naturalmente dopo un cesareo”. Quest’ultimo aspetto è stato inoltre ripreso dal ginecologo Epicoco e dalla testimonianza di Mantratzi, che ha riportato la sua esperienza di parto naturale dopo un cesareo.

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