Siulp e dirigenza polizia, confronto sempre più duro, apriamo pentola illeciti

Scopriamo le carte  e vediamo le ingiustizie e gli abusi di potere al Commissariato di Città di Castello

Siulp e dirigenza polizia, confronto sempre più duro, apriamo pentola illeciti

Siulp e dirigenza polizia, confronto sempre più duro, apriamo pentola illeciti

«In merito al comunicato stampa di protesta trasmesso dal sindacato provinciale SIULP di Perugia, il Segretario provinciale Massimo Pici legge con un certo stupore le dichiarazioni della Questura dove smentisce qualsiasi irregolarità sulla gestione della crisi sanitaria presso il commissariato di Città di Castello; “ Proprio per questo – commenta Pici – ci rendiamo disponibili, in qualsiasi momento e in un qualsiasi luogo,  a convocare gli iscritti al Siulp che hanno partecipato a dette riunioni – oggetto del nostro comunicato di protesta – per mettere a disposizione del Sig. Questore la corretta ricostruzione dei fatti in maniera precisa e inconfutabile».

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Sono le parole, pesantissime, fatte arrivare dal segretario del sindacato, attraverso una nota del suo ufficio stampa, Francesco Gori, dove si intende “rilanciare e segnalare altre situazioni che riguardano l’atteggiamento  diciamo “imbarazzante” del Dirigente del Commissariato, che violano il basilare concetto di rispetto del personale, dei collaboratori e degli altri in genere”.

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«Per brevità – scrive dice Pici nella nota – citeremo solo gli ultimi fatti discriminanti : nell’ultimo periodo,  tre colleghi sono stati costretti a ricorrere alle cure dei Sanitari a causa delle intemperanze del dirigente. A Giugno, l’ultimo degli eventi ha visto coinvolto un Sovrintendete Capo che a seguito di un “confronto”  (naturalmente), in presenza di altri colleghi, ha accusato un malore , causato dall’impossibilità di rispondere in maniera proporzionata al provocatorio confronto».

  • Atteggiamento del bullo/mobbing

«Ci sia permesso di sottolineare – continua la nota di Pici – che si tratta del classico atteggiamento del bullo/mobbing che necessita della presenza del pubblico per manifestare la sua forza, altrimenti non visibile».

  • Parole pesanti quelle del segretario

“Il Dirigente comunque non si è limitato ad offendere il malcapitato ma si è pure rifiutato di chiamare l’ambulanza, cosi come gli aveva chiesto il Sovrintendente sentendosi male, proferendo che “non è compito suo chiamare l’ambulanza”.

Nella nota: “Fortunatamente altri colleghi, non il Dirigente, hanno chiamato il 118. Anche di questo, siamo in possesso della certificazione medica rilasciata dai Sanitari del Pronto Soccorso e delle testimonianze dei presenti”.

«Pici ci tiene a precisare – scrive Gori nel comunicato stampa – che i colleghi non sono cagionevoli di salute, ma a fronte all’impossibilità di difendersi dalle intemperanze del Dirigente, come meriterebbe,  si trovano “costretti a tacere” e a fronte di vere e proprie provocazioni  messe in atto in maniera vile, approfittando del grado e del ruolo, ed interiorizzare una rabbia che somatizzata genera malessere e può dare origine, come negli ultimi tre casi, a reazioni psicofisiche».

“Tale atteggiamento – aggiunge il sindacato – svilisce anche il ruolo del Dirigente che invece di essere il punto di riferimento e di esempio per il personale è continua fonte di tensioni, preoccupazioni e di ansia. 

«Infine – recita la nota del sindacato – pensiamo che non sia corretto valutare ogni singolo episodio per stabilire la percentuale di torto del personale (concludendo, ogni volta, con  “…si però ognuno ha in suo carattere…”), – inoltre ,  sottolinea Pici –  ogni episodio va ricondotto in un quadro generale, che vede un Dirigente incompatibile con l’ambiente che ha avvelenato . Troppo facile valutare ogni singolo episodio con il codice di disciplina, sono cosi tanti e frequenti che letti insieme, fotografano perfettamente una situazione di assoluta incompatibilità con il personale del Commissariato, rappresentato all’ 80% dal Siulp. Oltre a queste vicende, in occasione del Sit-in che si terrà a breve, saranno riportate anche altre situazioni che vedono coinvolto il Commissariato di Città di Castello».


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