Corte di Firenze: Knox accusata di calunnia nel caso Kercher

La Corte d’appello conferma la condanna di Amanda Knox per aver accusato ingiustamente Patrick Lumumba

Amanda Knox condanna per calunnia Lumumba: le motivazioni
Amanda Knox foto La Nazione

Amanda Knox condanna per calunnia Lumumba: le motivazioni della sentenza

Amanda Knox – La Corte d’assise d’appello di Firenze ha confermato la condanna di Amanda Knox per calunnia, accusandola di aver ingiustamente coinvolto Patrick Lumumba nell’omicidio di Meredith Kercher. La sentenza ribadisce che l’urlo di dolore della vittima, riportato nel memoriale della Knox, è stato considerato un fatto reale e veritiero dai giudici, che ritengono la testimonianza dell’americana attendibile ma implicante un’accusa falsa.

Meredith Kercher fu uccisa a Perugia la sera del 1° novembre 2007. Secondo la ricostruzione della Corte, Knox si trovava all’interno dell’abitazione al momento dell’omicidio. Questo dettaglio, confermato nel memoriale che Knox scrisse il 6 novembre 2007, è stato giudicato cruciale per la sentenza. Nel documento, Knox descrisse un “urlo straziante” proveniente dalla vittima, che la spinse a coprirsi le orecchie e a rifugiarsi in cucina per non sentire il dolore. Questo episodio, secondo i giudici, corrisponde a un evento realmente accaduto e conferma la presenza di Knox sul luogo del delitto.

La Corte ha sottolineato che Knox, consapevole dell’innocenza di Lumumba, lo ha accusato con l’intento di distogliere l’attenzione degli inquirenti da se stessa. Questo comportamento, definito dai giudici come una strategia per uscire da una situazione difficile, ha portato alla condanna per calunnia. I giudici hanno ritenuto che Knox avesse la chiara consapevolezza di non poter prevedere l’esito delle indagini, e pertanto, accusò Lumumba di un crimine che non aveva commesso.

Il memoriale, descritto come “un atto di accusa” contro Lumumba, è stato considerato una prova significativa dalla Corte. Il documento, redatto spontaneamente da Knox senza costrizioni, ha contribuito alla decisione finale della Corte, che ha ribadito come il testo fosse una prova schiacciante della calunnia. I giudici hanno anche evidenziato che, nonostante Knox fosse consapevole dell’innocenza di Lumumba, non si è adoperata per correggere la sua dichiarazione nei giorni successivi, un comportamento che ha ulteriormente aggravato la sua posizione.

Durante il processo, la difesa di Knox ha cercato di dimostrare che le dichiarazioni della loro assistita fossero state influenzate da pressioni durante gli interrogatori e che mancava l’assistenza di un avvocato e di un interprete adeguato. Tuttavia, la Corte ha ritenuto che queste violazioni, pur riconosciute dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, non fossero sufficienti per annullare la condanna per calunnia. La Cassazione ha successivamente revocato la condanna, ma ha lasciato aperta la possibilità di un riesame del memoriale, per valutare se Knox avesse accusato Lumumba con piena consapevolezza della sua innocenza.

I legali di Amanda Knox, Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati, – scrive l’Agenzia nazionale di stampa associata – hanno espresso l’intenzione di impugnare nuovamente la sentenza in Cassazione, sostenendo che vi siano ancora margini di censura contro la decisione della Corte fiorentina. Gli avvocati hanno sottolineato che la sentenza potrebbe essere interpretata come un tentativo di ridurre l’impatto delle decisioni della Corte europea sui diritti dell’imputata, difendendo le sentenze dei tribunali italiani a discapito delle disposizioni sovranazionali.

In contrasto, l’avvocato Carlo Pacelli, che rappresenta Patrick Lumumba, ha espresso soddisfazione per la sentenza, affermando che la Corte di Firenze ha agito per garantire verità e giustizia. Pacelli ha ribadito che la condanna per calunnia di Knox è stata confermata da tutti i gradi di giudizio, compresa la Cassazione, e che questa decisione conferma l’irrefutabilità della colpevolezza di Knox.

Il caso di Meredith Kercher ha suscitato un’ampia risonanza mediatica sia in Italia che a livello internazionale, e la figura di Amanda Knox è stata al centro di numerose polemiche e dibattiti. Dopo essere stata assolta dall’accusa di omicidio nel 2015, Knox ha continuato a sostenere la propria innocenza, ma la vicenda giudiziaria legata alla calunnia nei confronti di Lumumba ha lasciato un’ombra indelebile sulla sua immagine pubblica. Il legale di Lumumba ha concluso che la sentenza di Firenze rappresenta una conferma della verità giudiziaria già affermata dai tribunali italiani e che non lascia spazio a dubbi sulla responsabilità di Knox per le accuse rivolte al suo assistito.

In attesa di un eventuale ricorso in Cassazione, il caso resta aperto e destinato a suscitare ulteriori discussioni, sia dal punto di vista giuridico che nell’opinione pubblica.

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