
Interrogatorio di garanzia per Halan Andriy, presunto omicida di Bellini
Domani, in carcere a Terni, l’interrogatorio di garanzia per Halan Andriy, il muratore in censurato ucraino, accusato di aver ucciso e poi gettato nelle acque del Velino, Sandro Bellini. Sui suoi abiti, prove inoppugnabili: tracce di sangue della vittima. Sono stati i carabinieri nel gruppo subacquei di Genova a notare, mentre recuperavano il corpo nelle acque del fiume, delle profonde ferite. Non è escluso che i colpi possano essere stati inferti con una roncola, o anche da una piccola mazza di quelle utilizzate dai muratori nel loro lavoro. L’esame autoptico sarà fissato nelle prossime ore , mentre, appunto, per domani mattina alle 10 è fissato l’interrogatorio di garanzia , a disporlo il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Terni, Simona Tordelli. Il magistrato ha fatto proprie le prove raccolte dai carabinieri comandati da colonnello Giovanni Capasso.
Prove valutate sia dal procuratore della Repubblica Alfredo Liguori, sia dal sostituto Tullio Cicoria. Il capo della procura ternana ha definito “prova regina” il dna della vittima e del presunto assassino, isolato dai Carabinieri del Ris di Roma che si sono messi subito al lavoro sui reperti. Sandro Bellini era, per l’ucraino 44enne, da eliminare, era un rivale in amore, da alcuni giorni, infatti, frequentava la sua ex compagna. Un amore mai sopito, evidentemente, una passione che avrebbe spinto il muratore a compiere il delitto. E’ anora innamorato quindi, e il delitto è volontario e premeditato, così come gli viene contestato dalla Giustizia. I Carabinieri sono stati abilissimi, seguendo le tracce delle schede telefoniche sono riusciti a ricostruire i percorsi dell’arrestato e della vittima. Tracce che li hanno, precisamente, portati dove poi è stato realmente rinvenuto il cadavere. Grande lavoro, quello finale poi, è stato svolto dai preziosi cani “molecolari”. Sono stati i Carabinieri, per così dire “a quattro zampe” a segnare il percorso fino alla riva dle fiume.
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