
Tevere prosciugato, nuovi divieti, portata al minimo storico 1 metro cubo/secondo
Nella zona di Perugia il Tevere tocca la portata minima storica: un metro cubo al secondo. Tra Ponte Felcino e Ponte San Giovanni ci sono interi tratti in secca, con fiume prosciugato. Per questo in Regione sono allo studio nuovi divieti sul fronte attingimenti: all’inizio di luglio sono stati introdotti con un’ordinanza stop per fasce orarie e per determinati giorni.E’ quanto riporta stamani il Corriere dell’Umbria a firma di Alessandro Antonini. «Non solo sul Tevere – scrive – ma anche in altri corpi idrici superficiali. Nei prossimi giorni i vincoli potrebbero diventare più stringenti, col divieto assoluto nei tratti ormai asciutti e per i fiumi minori che hanno portata tendente allo zero. Vedi i torrenti Genna, Caina e alcuni tratti del Nestore. Non ci sono solo siccità e attingimenti a mettere a rischio il Tevere».
I rilasci della diga di Montedoglio devono ridursi
La Regione Toscana ha chiesto una drastica riduzione dei rilasci della diga di Montedoglio. Gli uffici della Regione Umbria stanno valutando una soluzione più graduale. Ma se la crisi idrica continua con questa intensità un razionamento sarà inevitabile.
Legambiente Perugia lancia allarme: Tevere ormai ridotto allo stremo
«Tutto il cuore verde è già in stato di “grave deficit idrico” secondo la Protezione civile nazionale. L’ultimo studio aggiornato al 2 agosto dell’autorità di bacino dell’appennino centrale sancisce lo stato di crisi del Tevere. E del Chiascio suo affluente. Le portate attuali del Tevere a Ponte Felcino e del Chiascio, alla chiusura del bacino a Torgiano, “hanno valori intorno a 1 mc/s risultando essere tra le portate minime storiche registrate”, è scritto nel rapporto.
Grado di severità alta
“Severità alta” è il grado valutato, “sia per le portate disponibili delle sorgenti e di quelle prelevabili dai pozzi idropotabili, sia più in generale per la situazione dei deflussi dei corsi d’acqua, che in particolare inoltre per i livelli idrici del lago Trasimeno e delle dighe di Arezzo e Montedoglio”. In definitiva, “pur avendo adottato tutte le misure preventive, prevale uno stato critico non ragionevolmente prevedibile, nel quale la disponibilità della risorsa idrica non risulta sufficiente ad evitare possibili danni al sistema”, è scritto ancora il report.
Dopo le scarse piogge dell’inverno e della primavera scorsi era chiaro a tuttiche avremmo dovuto affrontare una delle più gravi emergenze idriche degli ultimi anni” commenta Giovanni Carmignani, presidente del Circolo Legambiente Perugia e Valli del Tevere. “Si continua a prelevare acqua dal Tevere per irrigare campi di tabacco anche fuori dalle disposizioni regionali che sono ormai provvedimenti inadeguati alla gravità di una situazione. Gli ecosistemi acquatici sono quelli più fragili – continua Carmignani – con queste temperature e scarsità di acqua, basta un abbassamento improvviso di ossigeno, uno scarico fognario mal funzionante e ci troveremmo di fronte ad un disastro ecologico con la morte di tutte le componenti biotiche del fiume”. Per Legambiente “occorre fermare immediatamente i prelievi ad uso irriguo e potenziare i controlli per salvare quello che rimane di ecosistemi fluviali ormai allo stremo”.
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