L’arcivescovo Ivan Maffeis in visita alla Centralcar di Perugia

L’arcivescovo Ivan Maffeis in visita alla Centralcar di Perugia

“Sono contento di essere in una realtà come questa dove l’attenzione alla persona non è semplicemente proclamata ma vissuta”. Sono le parole di monsignor Ivan Maffeis, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve, che per la prima volta ha fatto visita alla Centralcar di Perugia, raccogliendo l’invito del presidente Ettore Pedini a celebrare la Santa Messa. Un appuntamento ormai irrinunciabile in occasione dell’avvicinamento alla Pasqua cristiana e difatti al rito, lunedì 27 marzo, hanno partecipato gran parte dei dipendenti e dei collaboratori dell’azienda.

L’arcivescovo Maffeis si è intrattenuto a parlare con diversi dipendenti e ha raccontato che nell’azienda “si sente l’attenzione e il rispetto per promuovere la dignità, la creatività e la responsabilità di ciascuno. Dedichiamo una grande parte della giornata al lavoro, quindi esso è una parte importante della vita di ognuno di noi e non soddisfa solamente bisogni primari indispensabili ma ci permette di crescere come persone e come comunità, facendoci sentire partecipi di un disegno comune più grande”.

Monsignor Maffeis ha poi sollecitato una riflessione sul “dramma della perdita del posto di lavoro” e sui giovani umbri che lasciano la propria terra per andare a cercare altrove un’occupazione che risponda alla loro attese e alla loro formazione e professionalità.

“La Santa Messa in prossimità della Pasqua è un appuntamento a cui teniamo molto – ha aggiunto Gianluca Baroni, responsabile vendite e socio Centralcar – ed è una consuetudine ritrovarci insieme ai nostri dipendenti in questa occasione. Siamo riusciti a creare un gruppo importante, solidale e di questo siamo contenti perché se il lavoro è anche un sacrificio per portare avanti le nostre famiglie è bene che venga fatto in un luogo dove si vive nella massima serenità. A nome di tutti i soci, porgiamo un augurio di buona Pasqua a tutta la comunità, ai dipendenti e alle loro famiglie”.

Rossana Furfaro

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