Rizzo (DSP): la crisi dell’AST è causata da politiche liberiste
Rizzo – Marco Rizzo, candidato alla presidenza della Regione Umbria con Democrazia Sovrana Popolare (DSP), ha espresso preoccupazione riguardo la crisi dell’AST di Terni. L’impianto, colpito dall’aumento dei costi energetici, ha deciso di spegnere il forno, segnalando un’ulteriore fase critica per il settore.
Secondo Rizzo, la chiusura dell’AST è solo l’ultimo esempio degli effetti negativi causati dalle politiche economiche liberiste adottate negli ultimi anni. Egli ha dichiarato che, da tempo, Democrazia Sovrana Popolare porta avanti la lotta per il lavoro, sottolineando come questa battaglia non riguardi solo i diritti dei lavoratori, ma anche l’esigenza di un sistema economico capace di generare occupazione. Rizzo ha criticato duramente le ideologie globaliste, sostenendo che esse non sono utili alla crescita economica, ma al contrario la ostacolano.
Il leader di DSP ha attribuito i problemi dell’economia attuale alla tendenza, promossa sia dai governi di destra che di sinistra, di affidarsi a un modello basato sulle liberalizzazioni. Rizzo ha evidenziato come questo approccio, sostenuto anche dall’Unione Europea, si sia dimostrato inefficace nel promuovere una crescita sostenibile e un mercato del lavoro solido. Secondo Rizzo, ogni ciclo di liberalizzazioni ha portato a una contrazione dell’economia, con una riduzione dei posti di lavoro e un peggioramento delle condizioni economiche complessive.
L’ex parlamentare ha inoltre sottolineato come le industrie energivore, come l’AST di Terni, stiano soffrendo a causa di decenni di politiche di deindustrializzazione. Questo processo, a suo avviso, ha lasciato il Paese con poche realtà industriali, che ora lottano per sopravvivere in un contesto di costi energetici insostenibili. Rizzo ha attribuito l’aumento dei costi dell’energia a una speculazione portata avanti dai gestori energetici, i quali, approfittando della complessa situazione internazionale, stanno generando profitti significativi, ma a scapito di settori produttivi cruciali.
Secondo Rizzo, il sistema attuale premia solo i più forti, come accade in un ambiente selvaggio, dove le regole sono dettate dalla capacità di sopravvivenza. Questo meccanismo, secondo il candidato umbro, deve essere invertito per evitare ulteriori danni all’economia nazionale. Egli ha proposto l’adozione di misure concrete per affrontare questa situazione, come l’introduzione di un calmiere sui prezzi dell’energia. Tuttavia, la sua proposta principale è quella di riportare il settore energetico sotto il controllo pubblico, al fine di garantire che l’energia venga utilizzata per favorire lo sviluppo e la crescita del Paese, piuttosto che per arricchire pochi azionisti a scapito dei lavoratori e delle piccole imprese.
Nel contesto dell’attuale crisi economica ed energetica, le parole di Rizzo riflettono una visione politica che si contrappone nettamente alle linee liberiste che hanno dominato la scena negli ultimi decenni. Egli ritiene che l’unica soluzione efficace per uscire da questo stallo sia un intervento statale deciso, in grado di ridare slancio alle industrie e di proteggere i lavoratori.
La crisi dell’AST di Terni non rappresenta, secondo Rizzo, un caso isolato, ma un segnale di allarme più ampio che riguarda tutto il sistema economico nazionale. Le sue proposte si concentrano sulla necessità di un cambiamento di paradigma, che riporti al centro dell’agenda politica e economica il ruolo dello Stato e l’importanza di politiche industriali solide e strutturate.
Le politiche energetiche, quindi, sono per Rizzo uno degli strumenti fondamentali per uscire dalla crisi. In un momento in cui i costi dell’energia stanno mettendo in ginocchio molte imprese, egli ritiene che sia indispensabile una revisione radicale delle strategie adottate fino ad oggi, in favore di un approccio più orientato al bene comune e alla sostenibilità economica.
Parole chiave: AST, crisi, energia, liberalizzazioni, Rizzo, Umbria, DSP, speculazione.
Commenta per primo