
Di Girolamo getta la spugna e si dimette, non è più il sindaco di Terni
TERNI – Il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo si è dimesso. Le dimissioni del primo cittadino arrivano all’indomani della lettera con cui il prefetto ha avviato la procedura di dissesto. Un passo che potrebbe completamente stravolgere il futuro della città e della sua amministrazione. Il primo cittadino lascia alle spalle un consiglio comunale infuocato, quello di lunedì pomeriggio. Nella seduta, appena il tempo di sedere per votare l’ingresso del consigliere Moreno Rosati, assessore al bilancio.
“Ho ricevuto oggi – ha detto Di Girolamo – la notifica del dispositivo della decisione delle sezioni riunite della Corte dei conti che rigetta il ricorso del Comune di Terni”. Questo era relativo alla decisione dei giudici contabili dell’Umbria di respingere il Piano di riequilibrio finanziario del Comune. Il sindaco ha spiegato di avere inviato al presidente del Consiglio comunale “la lettera con la quale comunico, coerentemente con quanto sempre detto, le mie dimissioni secondo quanto previsto dall’articolo 53 del Testo unico”.
Thomas De Luca, Braghiroli Patrizia, Valentina Pococacio, Federico Pasculli, Angelica Trenta, Enrico Melasecche
Emanuele Fiorini (capogruppo Lega Umbria) e Federici Cini (segretario Terni): “Dimissioni del sindaco? Speriamo siano irrevocabili”
“E’ arrivato il momento che tutti aspettavano con ansia e trepidazione: le dimissioni di Di Girolamo”. L’intervento è del capogruppo Lega Umbria, Emanuele Fiorini e del segretario Lega Terni, Federico Cini. “Un gesto, quello del sindaco, che arriva con almeno 3 anni di ritardo e con una città ormai sul baratro del dissesto – proseguono i leghisti – Bisogna solo sperare che siano irrevocabili e che l’agonia della città, dopo un annuncio di mera facciata utile solo a placare gli animi, non sia prolungata dall’attaccamento al respiratore artificiale delle alchimie politiche e dei rimpasti.
Apprendiamo, per giunta, anche la beffa delle tempistiche, che rivelano come più che una ammissione di responsabilità quella del sindaco sia stata l’ennesima manovra politica guidata dal PD, un partito i cui dirigenti sono ormai convinti di poter fare il bello e il cattivo tempo in città.
Dietro di sé il sindaco lascia cumuli di macerie sovrastati da un’impenetrabile cappa di fumi (di certo non di caminetti). Ma al di là dei sin troppo facili entusiasmi, ora è il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare a testa bassa per poter finalmente ridare a questa città un governo dignitoso.
È necessario che tutte le forze politiche responsabili che non antepongano al bene di Terni particolarismi o logiche di partito, convergano su un progetto che abbia al centro la rinascita economica, sociale e culturale della nostra città.
E per questo, dopo anni di vuoto spesi solo a racimolare denari per far fronte ai debiti creati da una insipienza amministrativa portata alle estreme conseguenze e a zigzagare tra indagini e avvisi di garanzia, è necessario ridare consistenza e spessore politico a Terni per ricondurla al posto che merita nell’ambito della nostra Regione ed evitare così che ulteriormente degradi a terra di conquista e di spoliazioni”.
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