Vaccini, il “New York Times” denuncia la Von Der Leyen

Vaccini, il "new York Times" denuncia la Von Der Leyen

Vaccini, il “new York Times” denuncia la Von Der Leyen

di Francesco Borgonovo (LaVerità)
Alla fine, per tentare di fare emergere la verità, è dovuto intervenire un giornale americano, che si è coraggiosamente assunto l’ingrato compito di colmare il clamoroso vuoto lasciato dalle istituzioni europee. La notizia è tra le più clamorose di quest’anno, e l’ha rilanciata ieri mattina Politico con un titolo brutale nella sua secchezza: «Il New York Times fa causa all’Ue per i messaggi a Pfizer di Ursula von der Leyen».

Ecco i fatti, nudi e crudi.

Il principale quotidiano americano, forse il più famoso al mondo, ha deciso di muovere u n’azione legale contro la Commissione europea affinché si decida a mostrare i messaggi che la presidente Von der Leyen si è scambiata con Albert Bourla, (…) ceo della multinazionale farmaceutica Pfizer. Tali messaggi, specifica Politico, «potrebbero far luce sugli accordi per l’acquisto di miliardi di euro di vaccini Covid-19».

I grotteschi contorni della vicenda sono purtroppo noti. Si sa per certo che Ursula e l’amico Albert abbiano chattato, ma non è dato sapere che cosa si siano detti. Entrambi, da mesi e mesi, mantengono il più totale silenzio sulla vicenda. La Commissione per bocca di Vera Jourová, commissario per i Valori e la trasparenza sostiene che quelle chat siano state cancellate per via della loro «natura effimera e di breve durata».

Bourla, dal canto suo, ha ripetutamente rifiutato di farsi ascoltare dal Parlamento europeo nonostante fosse stato più volte convocato ufficialmente e si è limitato mesi fa a inviare una sottoposta che ha pensato bene di ridere in faccia a chi le chiedeva informazioni. Una situazione imbarazzante, che dimostra evidente disprezzo nei confronti dei cittadini europei tutti: privi di vergogna, Ursula e Bourla si ostinano a tenere segreti i propri affari e le trattative che hanno arricchito mostruosamente l’azienda farmaceutica a spese dei contribuenti del Vecchio Continente.

Nelle scorse settimane, persino l’Ombudsman europeo una autorità battagliera ma secondaria che dovrebbe fare da mediatrice tra la popolazione e le istituzioni comunitarie – per bocca della responsabile Emily O’Reilly si è espresso con toni durissimi. «Siamo stati sostanzialmente ostacolati dalla Commissione. E la Commissione non ha ancora ammesso realmente che gli sms esistano, ma è chiaro che ci siano», ha detto la dirigente.

E ancora: «Penso che la Commissione abbia la responsabilità di fare chiarezza, anche se questo è politicamente difficile. Perché si tratta della fiducia dei cittadini in relazione a una questione molto importante».

Già: gli europei hanno diritto a sapere la verità, ma chiunque finora abbia provato a ottenerla è stato rapidamente rimbalzato. Tra i primi a farsi avanti ci sono stati alcuni media indipendenti tedeschi, poi è intervenuta la Bild (che appartiene all’editore Axel Springer esattamente come Politico), ma le azioni non sono andate a buon fine. Adesso, dunque, tocca al New York Times, che ha preso la faccenda di petto battendo le vie legali. Come scrive Politico, il quotidiano americano «affronterà gli avvocati dell’Ue nella più alta corte dell’Unione, sostenendo che la Commissione abbia l’obbligo legale di rendere noti i messaggi, che potrebbero contenere informazioni sugli accordi per l’acquisto di miliardi di euro di dosi di Covid-19». La pratica, prosegue il giornale, «è stata depositata il 25 gennaio e pubblicata lunedì nel registro pubblico della Corte di giustizia europea».

Particolare curioso, quest’ultimo: ma online non sono ancora disponibili informazioni dettagliate. La trasparenza obbliga l’Ue a dare notizia del contenzioso legale.

Però Ursula, in virtù del medesimo principio, non si sente obbligata a rendere pubbliche le sue conversazioni con il capo di una azienda a cui abbiamo versato una montagna di soldi. Davvero suggestivo.

Per ora il New York Timesha rifiutato di rilasciare commenti in proposito, e la stessa Commissione Ue ha incredibilmente fatto finta di nulla. Ieri pomeriggio i cronisti si aspettavano che arrivassero comunicazioni o dichiarazioni durante la conferenza stampa, ma niente: ancora una volta silenzio assoluto. Ora dunque non resta che attendere la Corte di Giustizia europea, nella speranza che esista, da qualche parte, qualcuno ancora in possesso di un pizzico di dignità. Nel frattempo, tuttavia, possiamo trarre da questa storia alcune lezioni piuttosto interessanti. La prima riguarda, ovviamente, il disgustoso livello di ipocrisia a cui le istituzioni europee sono riuscite a giungere.

Ursula von der Leyen, negli anni passati, non ha perso occasione per fare la morale a chiunque, per cianciare di diritti umani, rispetto delle minoranze, libertà e giustizia. Eppure continua a sputare in faccia a tutti i popoli europei di cui ha gestito in totale opacità le finanze e, soprattutto, la salute. Dai test mancanti sui sieri alla scandalosa segretezza degli accordi commerciali, l’Ue si è comportata come una succursale di Big Pharma e non come u n’entità politica degna di rispetto. La seconda parte della lezione riguarda l’Italia. Dalle nostre parti ogni accenno di dibattito sulla gestione della partita vaccinale è stato militarizzato, ostracizzato, ridotto a spettacolo gladiatorio. La maggioranza dei nostri impavidi media ha inteso liquidare ogni dubbio, ogni interrogativo e ogni critica come rigurgito no vax, e per oltre tre anni questo pensiero prevalente ha dettato legge. Ora arriva il più celebre giornale al mondo a muovere un’azione legale contro le istituzioni che la nostra stampa e la nostra politica hanno servito ben oltre il limite della piaggeria.

Certo, il New York Times è un giornale grande e potente (e progressista), dunque può permettersi una disinvoltura che altri possono soltanto sognare. Ma se questa causa andrà in porto riuscirà a dimostrare che i vari organismi Ue non sono soltanto inutili (come molti nostri politicanti): sono dannosi.


6 Commenti

  1. l’Italia deve uscire dall’UE se non viene fatta immediatamente chiarezza sui miliardi spesi per i cosiddetti vaccini!

  2. I sospetti sulla Ursula von der Leyen (votata dai pentastellati) erano nell’aria da qualche mese, dati i suoi contatti con il CEO della Pfizer. Contatti dei quali ad oggi non è stato possibile sapere cosa si siano detti. Non mi meraviglia quindi che finalmente venga alla luce la verità sulla vicenda quantomeno opaca degli acquisti miliardari dei vaccini Pfizer da parte dell’UE.
    Contrariamente a certi ben noti politici italiani sempre pronti ad esaltare l’UE, ora fortunatamente abbiamo una Premier che non si fa prendere in giro da nessuno e tantomeno dai tedeschi e dai francesi. Finalmente l’Italia in Europa non ha più l’atteggiamento “servile” delle sinistre, ma si presenta a testa alta ed è rispettata.

  3. l’ Italia dovrebbe uscire dalla UE non solo per questa vicenda, già grave di per stessa. Non c’è una politica una, che esce dalle stanze di Bruxelles che sia minimamente favorevole ai nostri legittimi interessi.

  4. Da qualche tempo l’UE sta prendendo decisioni (eliminazione dei motori termici dal 2035, carne sintetica, autorizzazione al consumo di insetti, “guerra” al vino, direttiva sulle case green) che danneggeranno la nostra economia. E pensare che c’è ancora qualcuno che vuole “+Europa”. Se la Premier Meloni non riuscirà a costruire un’alleanza di Paesi contrari a queste insensate politiche europee, l’economia italiana subirà nei prossimi anni un preoccupante tracollo. Pertanto, le prossime elezioni europee che si terranno nel 2024 saranno determinanti.

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