Giustizia condivisa, presentato il progetto per il Tribunale civile di Perugia
“Abbiamo aderito con molta convinzione al progetto di Giustizia condivisa, garantendo anche un nostro contributo finanziario di 40.000 euro, perché rappresenta un modo innovativo ed efficace da un lato per snellire e dunque sostenere l’attività del Tribunale civile e dei giudici e dall’altro per venire incontro alle esigenze dei cittadini”. L’assessore regionale Antonio Bartolini commenta così la presentazione del progetto “Giustizia condivisa: la mediazione demandata dal giudice nel Tribunale di Perugia. Un progetto per la deflazione del contenzioso e la diffusione di prassi ad elevato impatto sociale” che è avvenuta oggi pomeriggio, giovedì 14 febbraio, nella Sala delle Colonne di Palazzo Graziani, a Perugia, con il Laboratorio Un Altro Modo.
Il progetto, già sperimentato in Toscana, nasce dall’accordo tra il Tribunale di Perugia, la Regione Umbria, la Camera di Commercio di Perugia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, il Dipartimento di Giurisprudenza e l’Università degli Studi di Perugia ed il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze, con il Laboratorio Un Altro Modo ed ha per oggetto la promozione dell’attività di supporto ai giudici del Tribunale Civile di Perugia e la implementazione di procedure di risoluzione delle liti attraverso provvedimenti giudiziali di invio delle parti in mediazione.
In questo quadro è prevista l’istituzione da parte del Presidente del Tribunale di Perugia degli Uffici per il Processo presso le Sezioni prima, seconda e terza dello stesso Tribunale.
Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia invece ha pubblicato un bando per l’assegnazione di 4/7 borse annuali (dell’importo di 12.000 euro ciascuna) a favore di laureati della Scuola di Giurisprudenza di Perugia in possesso di specifici requisiti e competenze. I borsisti vincitori saranno contrattualizzati nel rispetto della vigente disciplina universitaria. Il Presidente del Tribunale di Perugia organizzerà gli uffici per il processo prevedendo un raccordo tra l’attività degli stagisti assegnati ai singoli giudici e i borsisti esperti di mediazione che condurranno un’attività di studio e analisi di utilità anche per i giudici che andranno ad affiancare.
Il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze, con il Laboratorio Un Altro Modo, provvede alla formazione dei borsisti selezionati, all’avvio delle attività, al coordinamento delle stesse, alla redazione di un report che illustri i numeri delle pendenze presso il Tribunale e al monitoraggio degli esiti del progetto.
I borsisti selezionati, all’esito di un periodo di formazione funzionale all’avvio del Progetto, affiancano i giudici fornendo un supporto specialistico sulla negozialità e mediabilità delle liti già pendenti e di nuova iscrizione.
In particolare, per l’espletamento di tale attività i borsisti: selezionano i fascicoli delle cause oggetto di supporto specialistico; studiano i singoli fascicoli, analizzano e valutano la mediabilità del contenzioso pendente e di quello sopravveniente presentando ai giudici motivate proposte di mediabilità; elaborano per ogni fascicolo di causa una scheda del processo contenente anche gli elementi utili ai fini di una valutazione sulla mediabilità; redigono una bozza del provvedimento di invio in mediazione che sottopongono ai giudici e collaborano all’inserimento nel sistema informatico dei dati relativi a ciascuna causa oggetto di studio.
I dati raccolti (statistici e più in generale in ordine alla casistica analizzata) saranno sottoposti a tutti gli Enti partecipanti.
“Il Progetto – hanno spiegato gli organizzatori – ha tra i suoi obiettivi di rendere il cittadino e l’impresa fruitori di un servizio giustizia di qualità, ovvero più attento ai reali bisogni e in tempi brevi, a costi contenuti e con soluzioni idonee a soddisfare gli interessi delle parti in lite. Vuole anche ridurre sensibilmente il contenzioso giudiziario e i tempi di definizione del contenzioso, sollecitando l’impegno responsabile dei cittadini e delle imprese, nonché quello professionalmente qualificato dei loro avvocati, nel tentare la gestione negoziale della controversia anche con l’assistenza del mediatore terzo neutrale rispetto alle parti in lite.
Ma l’attuazione del Progetto consentirà il perseguimento di altri ambiziosi risultati quali la diffusione della cultura della mediazione come collante sociale, non solo per la riattivazione di una comunicazione interrotta fra le parti del conflitto, ma anche per la generale condivisione dei valori dell’autonomia, della consapevolezza e della responsabilità nonché l’avvicinamento del cittadino alla Giustizia, perché finalmente partecipe delle modalitàdi risoluzione del conflitto e fiducioso dell’adeguatezza di tale Servizio rispetto alle sue esigenze”.
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