
(UJ.com3.0) SOLOMEO – Con l’unica eccezione della Fantasia posta al centro del programma, questo concerto è interamente dedicato al repertorio della trio-sonata, uno dei simboli più longevi dell’emancipazione seicentesca del repertorio strumentale, parallela all’inarrestabile marcia trionfale del dramma per musica. Una “sfida musicale” tra due artisti che, nel 1723 miravano allo stesso prestigioso posto di “Kantor” a Lipsia, posizione che fu assunta poi da J.S. Bach: Graupner, caduto ingiustamente poi nell’oblio e Telemann, la cui fama, in vita, era superiore a quella di Bach.
Originario della Sassonia, Graupner ricevette la sua prima educazione musicale da suo zio, l’organista Nicolaus Kuester. Dopo aver studiato legge all’Università di Lipsia, come molti compositori dell’epoca usavano fare, completò i propri studi musicali con Johann Kuhnau, il Kantor della Thomaskirche. Il prolifico compositore, involontariamente, ebbe un ruolo chiave nella storia della musica. La situazione precaria delle finanze pubbliche di Darmstadt portò alla chiusura del teatro dell’opera venne chiuso e al ritardo nel pagamento dei salari di molti musicisti di corte, tra cui Graupner. Per questo nel 1723 Graupner mirò al posto di Kantor a Lipsia.
Telemann era stato il favorito per il conferimento di quella carica, ma si era ritirato dopo essersi assicurato un aumento di stipendio ad Amburgo.
Il brano che Graupner presentò all’”audizione” per il posto di Kantor (un Magnificat composto nello stile del suo maestro e mentore Kuhnau) gli assicurò il conferimento del titolo ma il suo mecenate, Ernesto Luigi d’Assia-Darmstadt, non volle assolverlo dal contratto. Il salario arretrato del musicista fu pagato, e il suo stipendio venne aumentato. Fu così che Graupner rimase a Darmstadt, favorendo Bach nel concorso che lo avrebbe portato a diventare “Kantor” di Lipsia.
Dopo la sua morte Graupner cadde ingiustamente nell’oblio per una serie di spiacevoli vicende. I suoi manoscritti divennero oggetto di una battaglia legale tra i suoi eredi e i governanti di Assia-Darmstadt. La sentenza finale del processo negò la proprietà ai Graupner e gli eredi non riuscirono ad ottenere i permessi per far pubblicare i suoi lavori, che rimasero, pertanto, inaccessibili ai musicisti e al pubblico. A risentirne, l’interesse nei confronti della sua produzione artistica, che calò drasticamente.
Nonostante tutto, la musica di Graupner gode ora di un periodo di riscoperta, dovuto in gran parte alle ricerche e agli sforzi di molti musicologi, interpreti e direttori d’orchestra.
Maggior fortuna ebbe Georg Philipp Telemann che, dopo una prima fase artistica, in cui non fu più che un discreto emulo della musica di tradizione tedesca, componendo pezzi in uno stile più severo che fiorito e dal carattere più contrappuntistico che melodico, abbandonò questa via per lasciare più libero corso alla sua vena melodica che sosteneva la sua più che prodigiosa attività creativa.
Se fosse vissuto oggi, Telemann sarebbe senz’altro uno dei protagonisti assoluti dello star-system mondiale. Duttilità, curiosità, velocità di scrittura, cosmopolitismo, capacità di cogliere e anticipare le mode del momento, di fondere elementi anche contraddittori, di assecondare i gusti del pubblico, conoscenza diretta dei sistemi produttivi (concertistici, editoriali, impresariali) della musica, fiero attaccamento alle radici artigianali del proprio mestiere e innegabili qualità di artista vero: caratteristiche di una modernità sconcertante, eppure appartenenti a un compositore nato a nemmeno un decennio dalla morte di Heinrich Schütz. Vissuto in un’epoca di profondi mutamenti, già dominata dai due “giganti” Bach e Händel, Telemann rappresenta una terza via, a metà strada tra la profondità spirituale del primo e la vivace brillantezza del secondo, caratterizzata da una capacità mimetica prodigiosa e da un’enorme facilità compositiva, alla base di uno dei cataloghi più vasti e vari della storia della musica.
Non resta che godere della musica di questi due grandi compositore nell’interpretazione dell’Orchestra Barocca Finlandese, composta da musicisti specializzati nella prassi esecutiva della musica antica e degli strumenti per cui le diverse tipologie di musica furono scritte.
Il programma
CHRISTOPH GRAUPNER (1683–1760)
Triosonata per flauto traverso, viola d’amore e continuo, in Sib magg. (GWV 217)
1. Largo
2. Vivace
3. Largo e sostenuto
4. Sostenuto
GEORG PHILIPP TELEMANN (1681–1767)
Triosonata per flauto traverso, viola d’amore e continuo, in Re magg. (TWV 42: D15)
1. Adagio
2. Presto
3. Con gravita ma non grave
4. Allegro
GEORG PHILIPP TELEMANN
Fantasia N. 8 in Mi magg. (TWV 40:21 dalle XII Fantasie per il violone senza basso)
1 Piacevolmente
2. Spiritoso
3. Allegro
GEORG PHILIPP TELEMANN
Triosonata per flauto, viola da gamba e continuo, in Fa magg. (TWV 42: F3)
1. Vivace
2. Mesto
3. Allegro
L’ORCHESTRA BAROCCA FINLANDESE
L’Orchestra Barocca Finlandese è stata fondata nel 1989 dal clavicembalista Anssi Mattila. Nota per vent’anni con il nome di The Sixth Floor Orchestra, l’Orchestra Barocca Finlandese è composta da musicisti specializzati nella prassi esecutiva della musica antica e degli strumenti per cui le diverse tipologia di musica furono scritte. Oltre che presso i più importanti festival musicali Finlandesi, l’orchestra vanta esibizioni in numerosi paesi Europei.
Nel 2001, l’orchestra ha pubblicato due album che hanno riscosso grande successo di critica sia in Finlandia che all’estero. Uno dei due lavori, The Classical Age in Finland (Ondine), dedicato alla musica orchestrale Seicentesca Finlandese conservatasi nel corso dei secoli, ha ricevuto una menzione d’onore in occasione della votazione del “disco dell’anno” 2001 da parte dei redattori della radiotelevisione di stato Finlandese (YLE) ed il premio Janne del Gruppo Nazionale Finlandese della Federazione Internazionale dell’Industria Fonografica (IFPI). L’altro lavoro, edito su etichetta Alba, si concentrava, invece, sui concerti di Antonio Vivaldi, risorsa musicale davvero inesauribile. Nel 2005 l’orchestra ha pubblicato una registrazione della Gran Partita di Mozart.
La serie di concerti Beethoven from the roots, ideata e curata dall’ex Direttore Artistico dell’orchestra, Tuomas Hannikainen, ha visto l’Orchestra eseguire con grande successo tutte le sinfonie di Beethoven nonché alcune opere meno note del periodo. Tre concerti accompagnati da rappresentazioni di prosa sono andati ad arricchire la stagione 2009.
L’orchestra ha tenuto, inoltre, numerosi concerti Barocchi e collaborato con cori quali Cantores Minores, Dominante, Suomen Laulu…
Attualmente l’Orchestra Barocca Finlandese collabora con artisti del calibro di Sirkka-Liisa Kaakinen-Pilch, Georg Kallweit, Topi Lehtipuu, Hannu Lintu, Sandrine Piau, Karina Gauvin, Juha Kangas, John Storgårds, Aleksei Lybimov, Piia Komsi, Wolfgang Gaisböck, Andres Mustonen, Björn Colell, Alfredo Bernardini, Marianne Beate Kielland, Arttu Kataja, Erich Hoeprich…
Dal 2008 l’orchestra porta avanti un’intesa collaborazione con Georg Kallweit, che la dirige in qualità di direttore d’orchestra: sin dal periodo degli studi presso l’Accademia Musicale Hanns Eisler di Berlino, dal 1983 al 1988, e parallelamente ai successivi impegni con la Rundfunk- Sinfonie-Orchester di Berlino, Georg Kallweit ha manifestato un inteso interesse per le questioni stilistiche del Barocco e della prima musica Classica da camera nonché per la teoria e la prassi esecutiva degli strumenti storici. Membro permanente della Berliner Barock Compagney e dell’Akademie für Alte Musik Berlin ed ospite regolare di altri ensemble, il violinista nato nella ex Germania dell’Est è ormai uno degli specialisti più ricercati del suo settore, in special modo per ciò che riguarda il repertorio per violino solista; ad ulteriore testimonianza del suo talento e delle sue capacità, l’intesa attività concertistica a livello internazionale, le numerose registrazioni effettuate per emittenti radiotelevisive ed etichette musicali e la cattedra di professore di violino presso l’Università della Musica e del Teatro di Lipsia.
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